Abbiamo intervistato il direttore sanitario dell'Istituto romano, Francesco Vaia, sulla sperimentazione del vaccino contro il Covid che partirà il 24 agosto. Questa mattina intanto sono iniziate le visite di screening dei candidati, i test saranno effettuati per tutto il corso dello studio e serviranno a selezionare le persone "idonee per testare la sicurezza del vaccino in questa fase precoce di sperimentazione (Fase I)"
Dottor Vaia, dal 24 Agosto parte allo Spallanzani la sperimentazione sull'uomo del vaccino messo a punto in Italia, quando conosceremo i primi risultati?
Stamattina ho istituito il gruppo di lavoro vaccino che, proprio per rispondere all'opinione pubblica in trasparenza, ogni giovedì alle ore 12 come per i bollettini informerà l'opinione pubblica dello stato dell'arte. La candidabilità è solo su base volontaria, e in solo due giorni hanno aderito oltre 3000 persone: che dire, il grande cuore degli italiani. I primi risultati probabilmente li conosceremo in autunno, quando cominceremo la fase 2 e 3, che probabilmente verrà fatta all'estero perché fortunatamente in Italia abbiamo adesso ancora pochi pazienti, quindi andremo in quei Paesi dove i pazienti sono molto di più.
Il rientro dalle vacanze all'estero ha portato numerosi casi di contagio, soprattutto tra i giovani, la Regione Lazio ha annunciato il tampone o la quarantena per chi torna dai Paesi più a rischio. Può essere questa una soluzione?
Noi più di un mese fa abbiamo proposto di fare i test agli ingressi, ma anche qui è tempo che chi ci rappresenta, ovvero i Ministeri degli Esteri, dei Trasporti e della Salute, attuino protocolli, soprattutto in sede europea. Non devono venire persone positive in Italia.
In autunno dobbiamo aspettarci una seconda ondata di contagi?
Non c'è una ineluttabilità. Dipende tutto da noi, per esempio in due segmenti molto delicati, come possono essere i trasporti e le scuole, dobbiamo pensare ad un grande piano Marshall. Come migliorare in qualità e anche in quantità sia i trasporti che le scuole. E per quanto attiene le scuole, per esempio, perché non pensare - in questa fase di emergenza - di utilizzare gli spazi delle scuole private, invece dei cinema e dei teatri, che andrebbero invece rilanciati?