Il primo cittadino iscritto nel registro in qualità di presidente della Fondazione che gestisce il parco in cui è avvenuto l'incidente. Con lui altre 13 persone raggiunte da avviso di garanzia
La procura della repubblica di Gorizia ha individuato e posto sotto indagine tutte le persone che, a vario titolo, possono avere una responsabilità nella catena di eventi che ha portato alla morte di Stefano, il ragazzino di 12 anni precipitato mercoledì scorso in un pozzo all'interno del parco "Coronini-Cronberg" del capoluogo isontino, mentre prendeva parte a un centro estivo.
Ipotesi di reato: omicidio colposo
Si tratta di 14 persone, cui oggi sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Sono il personale e i responsabili del centro estivo che il dodicenne stava frequentando, e i vertici della Fondazione Coronini-Cronberg, organismo pubblico che è proprietario e gestisce la struttura, situata nel centro di Gorizia. Le notifiche sono soprattutto finalizzate allo svolgimento dell'autopsia sul ragazzino, che è stata fissata per lunedì prossimo e che verrà eseguita dal professor Carlo Moreschi. Gli indagati avranno così la possibilità di nominare propri periti per assistere all'atto irripetibile.
Il sindaco presiede la Fondazione
Tra di essi figura anche il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che presiede la Fondazione, e tutti i componenti dell'attuale e del precedente Curatorio, ossia l'organismo di gestione della Fondazione, dove siedono l'assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Tiziana Gibelli, e il suo predecessore, Gianni Torrenti. Sul fronte degli organizzatori, il provvedimento riguarda l'animatrice che accompagnava la comitiva di ragazzini e i responsabili della parrocchia.
Il sindaco: "Un atto dovuto"
"Si tratta di un atto dovuto - ha ribadito Ziberna - che ricevo con la consapevolezza che ciò permetterà a tutte le persone coinvolte di nominare dei periti per l'autopsia: in questo momento non voglio entrare negli aspetti giudiziari, ma solo in quelli umani. Le notifiche permetteranno di far svolgere al più presto l'autopsia e questa è la cosa più importante, perché ogni giorno che passa, per la famiglia si aggiunge strazio a quello precedente. Il mio unico auspicio è che venga fatta la più totale chiarezza sulla dinamica della tragedia - ha concluso -: lo dobbiamo ai genitori di Stefano".
Partecipava a una gara di orienteering
Stefano stava partecipando con i coetanei del centro estivo in una gara di orienteering. La mappa che indicava gli obiettivi da raggiungere per ciascun concorrente era stata posizionata sopra a un pozzo circolare, sulla cui copertura erano stati svolti regolari controlli, dentro il quale però è precipitato, morendo dopo una caduta di 30 metri.