Scuola, task force ministero: didattica in presenza fino a medie, a distanza in superiori

Cronaca
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Amanda Ferrario, dirigente scolastico nel comitato di esperti per la riapertura, spiega: "Stiamo lavorando per riportare gli studenti dell'infanzia e della primaria di primo e secondo grado in aula a settembre. Per le superiori prevediamo invece ancora una didattica mista in presenza e a distanza, almeno nella prima parte dell’anno e laddove ci siano ambienti piccoli o antichi

"Stiamo lavorando per riportare gli studenti dell'infanzia e della primaria di primo e secondo grado in aula a settembre. Per le superiori prevediamo invece ancora una didattica mista in presenza e a distanza". È questo il piano che immagina il ministro dell’Istruzione, spiegato in un’intervista radiofonica da Amanda Ferrario, dirigente scolastico nel comitato di esperti per la riapertura delle scuole voluto dalla ministra Lucia Azzolina (MANIFESTAZIONE CONTRO DIDATTICA A DISTANZA - AZZOLINA: RITORNO A SCUOLA IN BASE A EVOLUZIONE VIRUS).

Fino a medie didattica in presenza

"La novità rilevante - ha spiegato Ferrario - è che abbiamo ascoltato tutti i mondi: studenti, genitori, rappresentanze dei docenti, dirigenti scolastici, il terzo settore. Ci stiamo facendo portavoce delle istanze che vengono dalla società civile. Lo scopo è quello di riaprire le scuole a settembre perché il rapporto umano è la cosa principale e la scuola senza studenti non esiste”. La dirigente della task force ha spiegato che "soprattutto nelle scuole di primo ciclo non vogliamo sacrificare il tempo scuola, non vogliamo che si torni a settembre con una didattica a distanza o una didattica mista, i bambini della scuola dell'infanzia, elementare e media devono poter essere in un contesto di socialità”.

 

Alle superiori anche didattica a distanza

Nella scuola superiore i ragazzi “sono più grandi e quindi la possibilità di intervallare un tempo scuola in presenza e un tempo a scuola a distanza è possibile. Quindi per le superiori la didattica a distanza ci sarà ancora quanto meno nella prima parte dell'anno nella quale le misure di distanziamento in ambienti che sono antichi o piccoli non si prestano a poter ospitare tutti gli studenti con il distanziamento fisico". Ferrario ha aggiunto che "bisogna utilizzare le nuove tecnologie, fare lezioni in presenza per le interrogazioni, le verifiche e i laboratori per altre discipline trasversali bisogna fare riferimento alla didattica integrata lavorare insieme per gruppi  non più per singola disciplina”.

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“Rapporto di lungo termine e operativo”

La dirigente scolastica ha aggiunto: "Il rapporto che consegniamo oggi alla ministra Azzolina è di lungo termine ed è operativo. Contiene indicazioni che fanno leva sull'autonomia delle scuole - nei diversi territori saranno possibili soluzioni diverse - con accordi con gli enti locali, con i mezzi di trasporto e l'utilizzo del terzo settore per poter garantire più tempo scuola fisico soprattutto ai bambini della scuola di primo ciclo che sono quelli che ne hanno più bisogno".

 

La parte sanitaria

Per quanto riguarda la parte sanitaria, ha detto la dirigente della task force, "non compete al nostro comitato ma a quello tecnico scientifico. Sono loro che ci devono dire con esattezza quale sarà la distanza che andrà mantenuta, chi dovrà mettere le mascherine e per quanto tempo dovrà tenerle e come si dovrà mangiare a mensa. Noi ci stiamo muovendo su altro. Ridefinire l’unità oraria che non deve essere necessariamente di 60 minuti, in modo tale da poter garantire il tempo scuola a tutti gli studenti. Farli entrare in maniera scaglionata durante l'arco della giornata e non tutti alle otto, utilizzare per le lezioni non soltanto le aule ma anche parchi e giardini, gli oratori messi in sicurezza con le necessarie precauzioni, le strutture dei comuni. Le scuole possono fare accordi per progetti con gli enti locali al fine di integrare la didattica: più musica, più sport, più cinema e teatro e più arte".

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"Priorità alla scuola": "Chiediamo protocollo salute"

Sul tema è intervenuto il coordinamento del Comitato "Priorità alla scuola”, che il 23 maggio ha organizzato manifestazioni in molte città italiane per chiedere la riapertura delle scuole a settembre. “Chiediamo ai sindacati e a tutti i lavoratori della scuola di unirsi alla nostra richiesta per chiedere non solo maggiori assunzioni di insegnanti e stabilizzazione dei precari, ma anche più spazi scolastici per garantire la riapertura degli istituti a tutti gli studenti”, affermano in una nota. "Il primo e urgente passaggio è l'elaborazione di un Protocollo per la salute e sicurezza condiviso tra il Ministero e le parti sociali così come è stato già fatto per tutti i luoghi di lavoro, così le scuole saranno messe in condizioni di applicarlo per riaprire a settembre - scrivono -. Inoltre, per garantire in egual modo il diritto allo studio e il diritto al lavoro chiediamo ai sindacati, agli insegnanti, a tutti i lavoratori della scuola di unirsi alla nostra richiesta: non solo maggiori assunzioni di insegnanti e stabilizzazione dei precari, ma anche molti più spazi scolastici per garantire la riapertura di tutti gli istituti a tutti gli studenti, dai più piccoli ai più grandi, il tutto in una cornice di tutela della salute e sicurezza degli operatori della scuola così come dei nostri figli. Non intendiamo svendere nemmeno un mese del prossimo anno scolastico, perché sappiamo che sarebbero perdite irreversibili: difendiamo scuola in presenza e a tempo pieno”.

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