Carlo Cracco: "Il governo ci faccia partecipare alla discussione delle regole". Alessandro Borghese: "Mancano sostegno economico e chiarezza sulla ripartenza" Filippo La Mantia: "Sarà un massacro tra sanificazioni, liquidi, mascherine e guanti".
I quattro metri quadrati per ogni cliente, i due metri di distanza fra un tavolo e l'altro, le mascherine per i camerieri, il gel igienizzante, le barriere divisorie. I ristoranti si preparano alla riapertura per il 18 maggio, dopo il via libera del governo, per la Fase 2 dell'emergenza Coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE). Ma sono tantissimi gli chef perplessi sulle ipotetiche misure da adottare e preoccupati per gli effetti che potrebbero avere sulle attività. "Sarà un massacro" secondo Filippo La Mantia, titolare di "Oste e cuoco", in piazza Risorgimento, a Milano. "Lo Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana", è il parere di Alessandro Borghese, che oltre a essere il conduttore di "4 Ristoranti" su Sky, gestisce a Milano il ristorante "Il lusso della semplicità". Anche Carlo Cracco non è convinto sulle ipotetiche misure da seguire per la riapertura.
Borghese: "Mancano sostegno e regole per ripartenza"
"Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono", sostiene Borghese in un'intervista al Corriere della Sera. "Sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori - spiega lo chef - non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia. Ma così non si può resistere a lungo". Borghese si dà "un altro mese" di tempo e "se le cose non si smuovono dovrò decidere cosa fare con il personale, le spese d’affitto e le bollette".
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Cracco: "Governo ci faccia partecipare a discussione regole"
“Chiederei al governo di partecipare alla discussione di queste regole per essere ascoltati, dobbiamo conservare il nostro patrimonio. Rischiamo di perdere un tessuto enorme per il nostro Paese", ha detto Cracco a Sky Tg24. Lo chef ha riaperto col delivery e l'asporto il suo ristorante in galleria Vittorio Emanuele II, a Milano. Ma qualche settimana ha storto il naso di fronte all'ipotesi barriere divisorie. "Plexiglass nel ristorante? Piuttosto chiudo..", ha detto lo chef veneto.
La Mantia: "Non ci hanno ancora detto cosa fare"
Preoccupato per il futuro della ristorazione anche lo chef palermitano La Mantia: "E' tutto un danno - dice all'Adnkronos - tra sanificazioni, liquidi, mascherine e guanti, è un salasso. Credo che una buona parte dei ristoratori chiuderà per sempre. È un massacro. C’è l’adrenalina di tornare a lavoro ma dobbiamo capire cosa dobbiamo fare, non ci hanno ancora detto niente".