Coronavirus Sardegna, gestori stabilimenti balneari: "Il plexiglass non è una soluzione"

Cronaca

Parlano i responsabili delle strutture delle spiagge sarde. Non piace la soluzione dei pannelli e intanto si attendono i regolamenti per poter organizzare la stagione estiva in arrivo: "Speriamo solo che le regole siano fatte con criterio"

I gestori degli stabilimenti balneari sardi non sanno ancora come dovranno comportarsi per la stagione estiva ormai alle porte, che sarà caratterizzata dal distanziamento a causa dell'emergenza coronavirus (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Giudicano impercorribile l’ipotesi delle lastre di plexiglass tra gli ombrelloni e chiedono quanto prima regole chiare per poter cominciare a organizzare le strutture.

"I plexiglass sarebbero dei forni"

Per i gestori del Luna Beach di Porto Pino, nel Sulcis, uno dei tanti stabilimenti balneari sardi, i pannelli in plexiglass non sono una soluzione: "In Sardegna il maestrale se li porterebbe via con facilità e poi il sole, che colpendo le superfici arriva a temperature vicino ai 50 gradi, renderebbe gli igloo dei forni". Sono invece favorevoli a regolare la distanza tra le diverse postazioni: "La soluzione è sicuramente il distanziamento tra gli ombrelloni e la spiaggia è uno dei pochi posti che offre la possibilità di grandi spazi aperti, inoltre sarà costante la sanificazione da parte dei nostri operatori".

"Speriamo che le regole siano fatte con criterio"

Le spiagge della Sardegna per ora restano bloccate almeno fino al 3 maggio, secondo l'ultima ordinanza anti-Covid firmata dal presidente della Regione Christian Solinas. "L'unica cosa che possiamo fare ora, in attesa che siano stabilite tutte le regole, è predisporre le manutenzioni delle strutture", spiega Maria Annunziata Abis, della cooperativa Golfo degli Angeli, che conta sette stazioni balneari dislocate nella spiaggia del Poetto a Cagliari, con 900 ombrelloni e 2mila lettini.  Non sa invece cosa aspettarsi dalle norme che arriveranno: "Vista la situazione mi sembra inutile ragionarci – spiega Abis –. Dobbiamo attendere che siano comunicate le regole che riguardano la gestione delle strutture balneari e degli accessi nelle spiagge, compreso anche il discorso della spiaggia libera. Ogni ipotesi di tipo organizzativo e logistico, per adesso, rischia di scontrarsi poi con la realtà di un disciplinare che verrà poi stabilito e dettato dal governo. Meglio, dunque, aspettare e ragionarci dopo, in base ai 'paletti' che ci saranno dati. Speriamo solo che le regole siano fatte con criterio e che venga tenuta in conto la gestione delle stazioni balneari".

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