Coronavirus, da Armani a Valentino: i grandi della moda si mobilitano con le donazioni

Cronaca

Valentino ha donato 1 milione di euro per il Columbus Covid 2 Hospital del Gemelli di Roma, mentre Armani, oltre alle donazioni, ha deciso di convertire la sua produzione per realizzare camici per il personale sanitario. Iniziative simili anche da Prada e Bulgari

Da Armani a Gucci, fino a Valentino: il mondo della moda si mobilita per offrire aiuto durante l’emergenza coronavirus. E lo fa attraverso donazioni da milioni di euro e progetti di conversione di alcuni stabilimenti per fornire indumenti e materiali utili a chi è impegnato a contenere il contagio (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA).

Le donazioni da Valentino a Gucci

La Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti Foundation, il 26 marzo, ha donato 1 milione di euro per il Columbus Covid 2 Hospital del Policlinico Gemelli di Roma. Gucci, invece, insieme a Intesa Sanpaolo e Facebook, ha contribuito con 2 milioni: uno destinato alla Protezione Civile Italiana, per nuovi posti letto in terapia intensiva in via prioritaria, l'altro destinato al Solidarity Response Fund della Fondazione delle Nazioni Unite a sostegno dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso la campagna di Matchmaking lanciata da Facebook. L’iniziativa di Gucci segue le donazioni precedenti del Gruppo Kering, di cui la maison fa parte, in Cina, Italia e Francia, e l'annuncio della produzione di oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario in risposta all'appello della regione Toscana.

Armani converte produzione moda in camici 

Intanto da Giorgio Armani, che aveva già elargito 1.250.000 euro nelle scorse settimane per gli ospedali, arrivano altri 750mila euro. Inoltre, lo stilista ha deciso di riconvertire l'intera produzione di abbigliamento dei suoi stabilimenti per produrre camici monouso, destinati alla protezione del personale sanitario impegnato negli ospedali. Per quanto riguarda il futuro della moda lo stilista è drastico: "È inevitabile, dovremo trovare soluzioni diverse per raggiungere il consumatore. E il tempo di verifiche e di identificazione di ciò che è veramente necessario e non di dare voce alla necessità di parlare di moda in termini enfatici". La prima somma di 1.250.000 euro donata dallo stilista nelle scorse settimane era andata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma. Oggi  ha deciso di aumentare il suo contributo anche all'ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia.

Conversione della produzione anche per Prada e Bulgari

E sono diverse le case di moda che hanno convertito la produzione per aiutare gli ospedali. Oltre ad Armani ha fatto questa scelta anche Prada che, dal 18 marzo, ha avviato su richiesta della Regione Toscana la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione, secondo un piano che prevede consegne giornaliere che saranno ultimate entro il 6 aprile. Camici e maschere sono prodotti internamente nell'unico stabilimento del Gruppo - Prada Montone (Perugia) rimasto operativo a questo scopo e da una rete di fornitori esterni sul territorio italiano. Anche Bulgari, dopo aver fatto un'importante donazione all'ospedale Spallanzani per l'acquisto di un nuovo microscopio 3D ad alta definizione per la ricerca, ha deciso di produrre insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi), diverse centinaia di migliaia di flaconi di gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del governo. La produzione prevede 6.000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi.

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