In base ai dati forniti dalla Regione, dal 29 febbraio al 18 marzo sono più di 22mila le persone che hanno firmato l'autocertificazione e dovrebbero sottostare alla quarantena di 14 giorni. Con il rischio, però, di trasformare i loro familiari in veicoli del contagio
In Puglia continuano ad arrivare persone provenienti dalle regioni del Nord - 907 sono le autocertificazioni inviate alla Regione solo nella giornata del 18 marzo (data dell'ultimo aggiornamento) - e con esse arrivano anche potenziali contagi (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Molte persone ricoverate negli ospedali pugliesi, infatti, sono parenti di persone, soprattutto giovani, rientrati da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, come ha spiegato il professor Gioacchino Angarano, dirigente del reparto di Malattie infettive del Policlinico di Bari. In tal modo i contagi si stanno moltiplicando, ha chiarito il medico, come era stato previsto nei giorni scorsi dal governatore Michele Emiliano, che aveva invitato i pugliesi residenti al nord a non rientrare. Secondo quanto riferito dal quotidiano Repubblica, inoltre, circa il 15% delle persone rientrate e controllate nelle stazioni ferroviarie pugliesi aveva la febbre.
Il problema dei contatti in famiglia
Ma i rientri continuano, come mostrano i dati in possesso della Regione: in totale - dal 29 febbraio al 18 marzo - sono 22.947 le persone che hanno firmato l'autocertificazione e dovrebbero sottostare alla quarantena di 14 giorni. Il picco dei rientri si è avuto nei giorni 8 e 9 marzo. Il problema è che queste persone, pur restando in quarantena, hanno comunque contatti con i familiari, che in molti casi diventano veicoli del contagio. Il governatore Emiliano ha riferito che i dati sui contagi degli ultimi tre giorni nella regione aumentano in modo costante. L'epidemiologo Lopalco, consulente per la Regione Puglia, ha spiegato che "sono giorni preziosi che ci permettono di preparare al meglio la risposta".
A Castellaneta (Taranto) medico contagia colleghi
Intanto giungono non buone notizie da Castellaneta, nel Tarantino, dove una decina tra medici e operatori sanitari sarebbero risultati positivi. A provocarli - si apprende - sarebbe stato un medico, in servizio nello stesso ospedale San Pio, andato nel nosocomio per sottoporsi ad un intervento e che è entrato nella struttura avendo già la febbre. "Quello che è accaduto è gravissimo, inaudito, inconcepibile- ha detto il sindaco Giovanni Gugliotti - Un medico, che lavora in ospedale, è andato lì, in nosocomio, e invece di passare dal pre triage come prevedono la procedura e i protocolli, è andato regolarmente al pronto soccorso, come se nulla fosse, e da lì è andato poi nei reparti".