Coronavirus, dagli spostamenti ai negozi: domande e risposte sulle limitazioni al Nord

Cronaca

Decreto dell'8 marzo: restrizioni per la Lombardia e altre 14 province. Questo provvedimento è stato superato da altre misure estese a tutta Italia. Ecco una guida per orientarsi su spostamenti, controlli, aperture di negozi, tra cosa si può fare e cosa no

Dopo l’approvazione del decreto da parte del governo che ha istituito nuove limitazioni per la regione Lombardia e per altre 14 province tra Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, per frenare il contagio da coronavirus, sono tanti i dubbi dei cittadini su divieti, possibilità di deroghe e controlli. Ecco come orientarsi nelle misure che saranno in vigore, salvo proroghe, fino al 3 aprile. Questo provvedimento è stato poi superato da un altro decreto che ha esteso le limitazioni a tutta l'Italia e da un'altra serie di misure ancora più restrittive, annunciate da Conte l'11 marzo e in vigore dal 12 marzo (LO SPECIALE – COSA PREVEDE IL DECRETO - LA DIRETTIVA DEL VIMINALE SUI CONTROLLIANTIVIRUS, L'ITALIA CHE RESISTE - LE NUOVE MISURE IN VIGORE DAL 12 MARZO - LE NUOVE LIMITAZIONI DEL 20 MARZO).

Chi e come può uscire dalle zone soggette alle limitazioni?

Il decreto istruisce di “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita” da questi territori, salvo che “per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità”, per “motivi di salute”, e per per rientrare "presso il proprio domicilio, abitazione, residenza". Nel testo del decreto si legge che il divieto di spostamento vige anche "all’interno dei medesimi territori". Resta il divieto assoluto di muoversi per chi è in quarantena, pena anche il carcere.

Come dimostrare le “comprovate esigenze” di muoversi?

Nel decreto approvato l’8 marzo si parlava genericamente dei prefetti come delle autorità di pubblica sicurezza a cui è deputato il controllo e la valutazione delle “comprovate esigenze” per gli spostamenti. A fare chiarezza è intervenuta la direttiva del Viminale ai prefetti per l’applicazione delle misure del decreto: ci saranno controlli su strade, autostrade e stazioni e chi si sposterà dovrà presentare un’autocertificazione, che potrà essere a sua volta sottoposta a controlli.

È possibile andare a trovare un parente anziano solo che si trova nelle zone rosse?

Se si vuole fare visita a un parente anziano solo nelle zone soggette a restrizioni e ci si trova al di fuori di esse, valgono le limitazioni del decreto. Occorre quindi una "comprovata esigenza di salute". Come spiega il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri al Corriere della Sera, "se io abito in un’altra città e ho una mamma di 90 anni senza assistenza domiciliare che vive in una delle zone di sicurezza naturalmente posso invocare questo buon motivo per raggiungerla", ovviamente stando attenti a rispettare le misure per prevenire il contagio.

Chi abita nelle zone soggette a limitazioni e in questo momento fuori, può rientrare?

Sì, il decreto del governo prevede esplicitamente la possibilità di raggiungere il proprio domicilio se ci si trova al di fuori.

E chi si trova nelle zone limitate e vuole fare rientro in altre regioni?

In seguito all’approvazione del decreto diverse regioni hanno emanato delle ordinanze che stabiliscono la quarantena obbligatoria per chi arriva dalle zone rosse. Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, Sardegna, Lazio e Toscana hanno stabilito queste misure, che prevedono una quarantena di 14 giorni con sorveglianza attiva. Alcune di esse prevedono anche che le compagnie di autobus, Trenitalia e i gruppi aerei comunichino ai dipartimenti di prevenzione competenti per territorio l’elenco dei passeggeri che sono arrivati in quelle regioni.

I lavoratori transfrontalieri possono continuare a muoversi?

Nessuna limitazione per i lavoratori transfrontalieri, che potranno continuare a muoversi poiché sussiste la “comprovata esigenza lavorativa” richiesta dal decreto, salvo che siano soggetti a quarantena o che siano risultati positivi al virus. Lo ha chiarito una nota del ministero degli Esteri.

I trasporti pubblici funzionano?

Continuano a funzionare regolarmente i trasporti pubblici, anche nelle zone soggette alle nuove limitazioni. Come per ogni luogo pubblico, vale la norma di mantenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone.

Gli uffici pubblici restano aperti?

Sì, in tutta Italia gli uffici pubblici restano aperti. Sempre rispettando la regola di mantenere almeno un metro di distanza.

I negozi sono aperti?

I negozi possono aprire ma i centri commerciali dovranno chiudere nel weekend, a eccezione di farmacie, parafarmacie e alimentari. Bar e ristoranti possono restare aperti, ma solo dalle 6 alle 18. Durante l’orario di apertura, comunque, in tutto il Paese bar e negozi devono comunque garantire, pena la sospensione dell'attività, la distanza tra i clienti di almeno un metro e contingentare gli ingressi. Restano chiusi palestre, piscine, cinema, teatri, terme, spa e centri ricreativi.

Si potranno tenere messe, matrimoni e funerali?

Niente cerimonie civili e religiose: il decreto prevede lo stop a messe, matrimoni e funerali fino al 3 aprile. Si può andare in chiesa solo se è garantita la distanza di un metro tra le persone.

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