Almeno due persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Uno sarebbe un allevatore, proprietario di una vettura sequestrata dagli inquirenti, che vive accanto a Davide e Massimiliano Mirabello, fratelli di origine calabrese spariti il 9 febbraio
Arriva una svolta nel caso dei due fratelli scomparsi il 9 febbraio a Dolianova, in Sardegna. Almeno due persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura di Cagliari nell'ambito dell’inchiesta, al momento per duplice omicidio, aperta a seguito della sparizione nel paesino nel sud Sardegna di Davide e Massimiliano Mirabello, 40 e 35 anni, fratelli di origine calabrese, da qualche tempo trapiantati nell’isola. Uno dei due indagati sarebbe il vicino di casa degli scomparsi: l’uomo, un allevatore, avrebbe avuto in passato alcuni dissapori con i Mirabello e i carabinieri nelle ultime ore gli hanno sequestrato l'auto. L'indagine a suo carico sarebbe un atto dovuto per consentire gli accertamenti sulla vettura.
Le indagini
I militari dell'Arma hanno messo insieme tutto il materiale raccolto durante le perquisizioni effettuate in questi giorni e compilato i verbali con le testimonianze raccolte finora. La magistratura, che indaga per duplice omicidio, opera nel massimo riserbo. Un’altra persona è indagata perché nei suoi confronti sarebbero stati raccolti elementi che gli inquirenti vogliono verificare.
Dalla scomparsa all’inchiesta
Davide e Massimiliano Mirabello, originari di Vibo Valentia ma residenti in un casolare in campagna a Dolianova, in Sardegna, sono scomparsi domenica 9 febbraio, nel pomeriggio. Erano usciti di casa molto agitati a bordo della loro auto che, dopo l'allarme dato dai familiari, era stata trovata bruciata il 12 febbraio alla periferia di Dolianova. Sempre vicino alla casa è stato trovato anche un maglione e tracce di sangue. Gli investigatori si sono mossi sulla pista di un possibile regolamento di conti. Il fascicolo sulla scomparsa ben presto è virato sull'ipotesi di omicidio: un passaggio obbligato per consentire gli accertamenti tecnici. Le ricerche sono proseguite senza sosta anche con l’ausilio di cani molecolari. Il 15 febbraio poi è arrivata la conferma che il sangue trovato non troppo distante dall'abitazione dei due fratelli appartiene proprio a loro.