Giulio Regeni, i genitori: "Ci sono zone grigie sia dal governo egiziano, sia dall’Italia"

Cronaca
Foto: Archivio LaPresse

Il padre e la madre del ricercatore ucciso in Egitto nel 2016 sono stati ascoltati dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'omicidio: "Abbiamo scoperto che era stato torturato leggendo i giornali. L'ambasciatore italiano al Cairo non cerca la verità"

"Ci sono zone grigie sia dal governo egiziano, che è recalcitrante e non collabora come dovrebbe, e anche da parte italiana, che non ha ancora ritirato il nostro ambasciatore al Cairo. Da tempo chiediamo il ritiro dell'ambasciatore". Queste le parole di Claudio Regeni, padre di Giulio Regeni, che con la moglie, Paola Deffendi, è stato ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'uccisione del giovane ricercatore friulano. "L'ambasciatore italiano al Cairo Cantini da molto tempo non ci risponde, evidentemente persegue altri obiettivi rispetto a verità e giustizia, mentre porta avanti con successo iniziative su affari e scambi commerciali tra i due Paesi", affermano i coniugi Regeni. (LA STORIA DEL CASO - CHI ERA GIULIO - QUATTRO ANNI DALLA SCOMPARSA)

"Torture scoperte sui giornali. Da Alfano fuffa velenosa"

Dopo aver parlato della scarsa collaborazione da parte del governo egiziano, la madre di Regeni racconta: "Abbiamo scoperto che Giulio era stato torturato leggendo i giornali. Non ci era stato riferito dall'ambasciata per una sorta di tutela nei nostri confronti ed è stata una super-botta per noi". Poi con il marito precisa: "Abbiamo saputo che in quei giorni della scomparsa di Giulio, tra il 25 gennaio ed il 4 febbraio di 4 anni fa, era presente al Cairo il direttore dell'Aise, Alberto Manenti". Poi sulle motivazioni addotte dall'allora ministro degli Esteri, Angelino Alfano, riguardo al rinvio al Cairo dell'ambasciatore italiano: "Si sono dimostrate fuffa velenosa. Chiedo che rapporti ha ora Alfano, che ora fa l'avvocato, col suo studio legale con l'Egitto".

Cronaca: i più letti