Eternit, Schmidheiny: "Provo odio per gli italiani". Attesa decisione su rinvio a giudizio

Cronaca

L'ultimo padrone dell'azienda di Casale Monferrato a un giornale svizzero: "Perseguitato da magistrati di un Paese fallito". Il gup di Vercelli dovrà decidere se rinviare o no a giudizio l'imprenditore per la morte di 392 persone e se per omicidio colposo o doloso

"Quando penso all'Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito". A dirlo è Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della Eternit di Casale Monferrato, in un'intervista rilasciata nelle settimane scorse al giornale svizzero Nzz am Sonntag. Schmidheiny, in un altro passaggio dell'intervista, sostiene di "provare odio per gli italiani". Parole che rimbalzano in Italia oggi nel giorno in cui è attesa la pronuncia con cui il tribunale di Vercelli, in cui si svolge uno dei filoni, dovrà stabilire se Stephan Schmidheiny debba o meno essere rinviato a giudizio. Va deciso anche il capo d’accusa per l’imprenditore svizzero: omicidio colposo o doloso per la morte di 392 persone.

"Perseguitato dai magistrati di un Paese fallito"

Schmidheiny è chiamato a rispondere di omicidio volontario per le persone ammalate e morte, secondo l'accusa, per l'amianto lavorato nella filiale di Casale Monferrato della multinazionale. Schmideneyi nel maxi-processo Eternit uno era stato condannato a 18 anni di carcere per il disastro ambientale provocato dall’amianto negli stabilimenti Eternit in Italia e poi salvato dalla prescrizione. Nell'intervista al giornale che lo definisce "filantropo e ambientalista", Schmidheiny dice di essere "perseguitato" dai magistrati di un Paese "fallito". "Quarant'anni dopo si viene accusati di omicidi di massa e perseguitati per decenni. Cosa posso fare?".

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