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Violenza sulle donne, in mostra a Roma le radiografie delle vittime

Cronaca

In corso allo spazio WeGil di Trastevere un’esposizione che rompe il silenzio su una delle più urgenti piaghe sociali del nostro tempo. Esposte le lastre fornite dall’Ospedale San Camillo Forlanini. Zingaretti: "Ferita insopportabile"

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Si intitola “L’invisibilità non è un superpotere” la singolare esposizione in corso, fino al prossimo 6 febbraio, nell’hub culturale WeGil, nel cuore di Trastevere.
In mostra 10 fotografie e 10 radiografie fornite dall’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e dall'ASST Santi Paolo e Carlo di Milano effettuate alle donne arrivate nei Pronto Soccorso e che hanno dichiarato di aver subito violenze.  

L'idea delle radiografie

Una mostra che nasce dall’esperienza ventennale di Fondazione Pangea che ha incontrato migliaia di donne in tutto il mondo e dall’incontro tra la dottoressa Maria Grazia Vantadori, chirurga e referente del Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e la fotografa Marzia Bianchi, collaboratrice di Pangea – Reama.
“L’idea delle radiografie mi è venuta con l’esperienza accumulata sul campo, in tanti anni di attività”, afferma la Vantadori. “Il mio lavoro mi ha portato a decodificare le lesioni, ad andare oltre il non detto e ad aiutare le donne a orientarsi per uscire dalla violenza con il sostegno della rete territoriale e dei centri antiviolenza. Far capire loro che quanto accaduto non deve ripetersi mai più e che non sono sole è essenziale e in tal senso i presidi sanitari sono uno snodo importantissimo della rete”.

Zingaretti: "Ferita insopportabile"

“La mostra” dice Marzia Bianchi, l’autrice delle foto esposte vuole “rompere il muro di silenzio che coinvolge le donne che hanno subito violenza: nella mostra sono i loro corpi, le loro lesioni a parlare, intrecciando singole storie in un unico racconto”.
“La violenza sulle donne è una ferita insopportabile che riguarda tutte e tutti” ha commentato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Per cancellarla serve una grande mobilitazione civile e culturale. Ecco il senso di questa mostra. Il mio augurio è che di fronte alle immagini esposte tutti possano comprendere quanto sia grave volgere lo sguardo dall’altra parte. Rompere l’indifferenza e il silenzio è il primo indispensabile passo”.