Fino a stasera è possibile respirare in questo piccolo comune dell’agrigentino l'aria dell'antica Betlemme e rivivere il rito della Natività
La chiamano la città presepe per la caratteristica collocazione delle case arrampicate alle pendici della montagna. E fino all’Epifania un presepe, Caltabellotta, lo diventa davvero. L'atmosfera naturale è perfetta in questa città dalle origini millenarie, con i suoi resti di insediamenti greci e romani e gli scorci suggestivi a strapiombo sulla valle che attraversa 3 province noto anche perché qui nel 1302 fu firmata la Pace di Caltabellotta che mise fine alle guerre dei Vespri siciliani tra Aragonesi e Angioini.
La natività rivive nel cuore della "città presepe"
Tutto qui ha il sapore di un tempo antico, dagli attrezzi alle vesti dei figuranti, tra le mura ricche di storia e arte di questo borgo che tra le chiese incastonate nelle rocce e sotto i ruderi del castello ha svelato una necropoli sicana d’epoca preistorica. Con i pastori di ritorno dalle campagne, gli animali sistemati nelle stalle, gli artigiani, i fabbri, intenti a plasmare oggetti e i contadini ad offrire nelle botteghe ortaggi e frutta.
Gli antichi mestieri
Un bimbo nasce in una mangiatoia mentre tutto intorno alla capanna di Gesù, Giuseppe e Maria la vita scorre, gli antichi mestieri prendono vita nelle grotte lungo un suggestivo percorso illuminato da falò. Con le scene narrate e interpretate dalla compagnia dei "Sognattori" e gli antichi mestieri curati dalle associazioni “Pace di Caltabellotta” e Kratas”, tra canti e nenie, punti di degustazione e momenti di folklore, attori e abitanti partecipano insieme a turisti e visitatori agli spettacoli e alle rievocazioni del presepe vivente e per tutti è come tornare indietro nel tempo in un posto che però, nel tempo, sembra davvero essersi fermato.