Cannabis in casa, i paletti della Cassazione: "Può consumarla solo il coltivatore"

Cronaca

Lo stupefacente - può anche non trattarsi di sola cannabis - deve essere di "modestissimo quantitativo" e coltivato con "rudimentali tecniche". Banditi fertilizzanti, impianti di irrigazione, bilancini e altri elementi che possano far pensare allo spaccio 

Sì, coltivare cannabis in casa non è più un reato, ma a patto che si rispettino diverse condizioni. Sono molti infatti i 'paletti'fissati dalla Cassazione nella massima di diritto - in attesa della sentenza che deve essere ancora depositata - che si riferisce alle "piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti" in generale. Intanto il consumo è riservato solo a colui che si dedica alla cura della pianta e non è ammesso la destinazione del 'prodotto finale' ad altri, nemmeno se componenti del nucleo familiare.

I 'paletti' della Cassazione

I giudici della Suprema Corte, in attesa che il Parlamento faccia una legge che fissi quantitativamente le regole sul possesso e la vendita della cannabis, sono stati a ben guardare molto poco 'permissivi'. Lo stupefacente deve essere di "modestissimo quantitativo" e coltivato con "rudimentali tecniche", per cui sono al bando fertilizzanti e impianti di irrigazione, pure così comuni su terrazzi e balconi. Elementi che potrebbero far sorgere il sospetto che non si tratti di produzione per il consumo personale, ma di spaccio. Sono, dunque, ovviamente banditi bilancini o strumenti di precisione per pesare lo stupefacente. 

Le polemiche

Il pronunciamento della Cassazione ha aperto un dibattito sul tema e non sono mancate le polemiche. Critiche nei confronti della "depenalizzazione" sono arrivate da parte del centrodestra e della parte più proibizionista dell'associazionismo sociale. Per il Family day, così "si inventa un diritto a drogarsi che non ha alcun fondamento giuridico e alimenta una cultura dello sballo che oltre a minare l'integrità psicofisica dei giovani, è fra le maggiori cause di incidenti stradali mortali". Sulla stessa scia anche il Moige, "seriamente preoccupato per il messaggio devastante ai giovani: con questa legalizzazione si avrà certamente un aumento dei consumi ed un calo di percezione della pericolosità di questa droga". Dalla comunità di San Patrignano pronosticano che il verdetto "inciderà negativamente sull'educazione dei minori che cresceranno nella convinzione che l'utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso". 

Centrodestra critico, Bonino esulta

Antonio Tajani vicepresidente di Forza Italia parla di "messaggio negativo ai giovani". Per Fabio Rampelli di FdI, l'uso di cannabis è frutto di una "sottocultura autodistruttiva" da contrastare, e secondo il senatore Udc Fabio De Poli si tratta di una "follia diseducativa". Contrario a questi "piccoli passaggi" verso la "droga libera" è anche il governatore leghista Massimiliano Fedriga. Mentre per Emma Bonino la massima della Cassazione "è il risultato di 40 anni di impegno, in particolare del mio impegno". Per la storica leader dei radicali "si è rotto un tabu, è un primo passo per poter ragionare oltre i cliché e gli stereotipi".

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