L’imprenditore ha inviato una lettera ad alcuni quotidiani parlando di "campagna di odio" scatenata contro la propria famiglia. "Nessun componente ha mai gestito Autostrade", sottolinea, puntando il dito contro il leader M5S, che replica: "Prende le distanze? Ridicolo"
Si riaccende lo scontro tra la famiglia Benetton e il M5S. La polemica a distanza è deflagrata nuovamente ieri tra Luciano Benetton e Luigi Di Maio sulla vicenda Autostrade e il crollo del ponte Morandi di Genova l'anno scorso. A innescarla, una lettera inviata ieri ad alcuni quotidiani nazionali dal presidente esecutivo del gruppo, che è intervenuto per difendere la propria famiglia. "Basta odio verso di noi", scrive. "Lettera surreale", la replica del ministro degli Esteri.
Benetton: "Campagna d’odio contro la mia famiglia"
"Trovo necessario fare chiarezza su un grande equivoco: nessun componente della famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. La famiglia Benetton è azionista al 30% di Atlantia che a sua volta controlla Autostrade", spiega l'imprenditore nella missiva. "Chi ha sbagliato deve pagare, ma quello che trovo inaccettabile è la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt'ora con veemenza da parte di esponenti del governo", sottolinea Benetton, indicando "l'onorevole Di Maio, che addita la famiglia come fosse collusa nell'aver deciso scientemente di risparmiare sugli investimenti in manutenzioni". E "in pratica come fosse malavitosa", afferma Benetton.
Di Maio: "Prende le distanza da Autostrade? Ridicolo"
Tirato direttamente in ballo, il ministro degli Esteri e capo politico del M5s passa al contrattacco con un lungo post su Facebook, definendo la lettera "surreale". "Prende le distanze da Autostrade. Ma vi pare possibile? È ridicolo", afferma Di Maio. "Non c'è niente da fare, davanti ai morti (del Ponte Morandi, ndr.) si girano dall'altra parte, ma appena gli tocchi il portafogli impazziscono", attacca il ministro. "Per noi la strada è tracciata. Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi chiedono e devono avere giustizia", sottolinea, assicurando quindi che "sulla revoca della concessione tireremo dritti". Poi l'affondo: il leader pentastellato accusa Benetton di essersi "arricchito alle spalle degli italiani, chiudendo un occhio sui mancati interventi di manutenzione da parte della sua società" ed ora "alzano la voce" perché "sentono di poter perdere i loro contratti milionari, ottenuti grazie al silenzio di una classe politica complice e inadeguata". Infatti "il governo non si fermerà", ribadisce il ministro degli Esteri nel post.
Il M5S spinge per la revoca della concessione autostradale
Negli ultimi giorni è salito il pressing di Di Maio, di tutto il M5s e anche del suo cofondatore e garante Beppe Grillo, per la revoca della concessione autostradale ad Atlantia e quindi ai Benetton. "È tempo di cambiare", ha tuonato su Twitter Grillo mentre sul blog delle Stelle il movimento sta ricostruendo la storia della concessione ai Benetton partendo dagli anni '90. "Autostrade Story è la storia della concessione autostradale ottenuta dai Benetton più di 20 anni fa. Una concessione a condizioni di favore senza eguali", viene sottolineato nel post in cui si spiega che verranno ripercorse "tutte le fasi che hanno portato alla condizione in cui ci troviamo oggi, che ha consentito al concessionario di ottenere profitti mostruosi a fronte di scarsi investimenti in sicurezza".