Messina, sequestrata maxi-discarica di rifiuti illegale vicina ad ambienti mafiosi

Cronaca

Come svelato con l’operazione “Montagna fantasma”, un’area di circa 12 mila metri quadri è stata trasformata in discarica abusiva a cielo aperto da alcune ditte. Sono accusate di aver modificato la morfologia del territorio, con pericoli di dissesto idrogeologico

Sequestrata un’area di circa 12 mila metri quadri, in contrada San Corrado del Rione Gravitelli, a Messina, trasformata in discarica abusiva a cielo aperto da alcune ditte e società riconducibili a due parenti vicini ad ambienti mafiosi. Nell’operazione, ribattezzata "Montagna fantasma”, i Finanzieri del Comando provinciale di Messina e del Reparto operativo aeronavale di Palermo, nell'ambito di indagini coordinate dalla procura della città dello Stretto, hanno dato esecuzione al sequestro preventivo e a numerose perquisizioni, con l’accusa di aver gravemente modificato la morfologia del territorio, con conseguenti pericoli di dissesto idrogeologico.

Le attività di sversamento illegali

Le indagini hanno interessato ditte e società - anche registrate come Onlus - riconducibili a due parenti di 53 e 32 anni - attivi nel settore del movimento terra. Con il supporto di complici, anche loro denunciati, avrebbero sversato una grande quantità di rifiuti speciali, costituita da materiali di risulta derivanti da attività edili e di sbancamento, in una estesa area privata, sprovvista di qualsiasi tipo di autorizzazione. Sequestrati anche i mezzi pesanti utilizzati per trasportare e scaricare i rifiuti speciali (prelevati presso diversi cantieri edili del comprensorio messinese), nonché pale meccaniche ed escavatori utilizzati per creare le buche che venivano riempite con i rifiuti, poi coperte e livellate.

Coppia vicina ad ambienti mafiosi

Gli accertamenti disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ed eseguiti dalla Guardia di Finanza, hanno accertato che la coppia è vicina ad ambienti mafiosi: circostanza che spiega perché, pur trovandosi in una zona abitata, la discarica non sia stata mai segnalata dalla cittadinanza. Secondo gli inquirenti, l'omertà degli abitanti sarebbe, infatti, legata al timore di ritorsioni visti i rapporti degli indagati con il boss del rione, ora collaboratore di giustizia.

I pericoli ambientali

Le numerose imprese edili - impegnate in importanti opere di costruzione e ristrutturazione di complessi residenziali, centri commerciali, cliniche private, centri benessere, opere di riqualificazione del territorio - avrebbero dunque scelto la più comoda via dello smaltimento illegale dei relativi rifiuti. L'area sequestrata - a ridosso della tangenziale di innesto dell'autostrada Messina/Catania e nelle immediate vicinanza del centro abitato cittadino - risulta gravemente compromessa dal punto di vista ambientale: è scomparso, nel tempo, un intero strato montuoso, fino a 5 anni fa coperto da una fitta vegetazione. Si sarebbe prodotto un deterioramento significativo di una estesa porzione del suolo, aggravato dalla circostanza che la discarica risulti attigua al Villaggio Gravitelli, situato nella parte alta del torrente Portalegni, sulle colline ad ovest di Messina, a soli 2 chilometri dal centro cittadino. Tale torrente nascosto attraversava l'intero centro citta’, arrivando fino al mare: “Non vi è chi non veda - sottolineano gli inquirenti - come un'eventuale alluvione, facilitato nella sua forza distruttiva da colpevoli discariche abusive realizzate a monte di antichi torrenti, potrebbe agevolmente provocare fenomeni disastrosi”.

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