Oltre 330 milioni di euro di danni in Liguria. Esondato il Ticino, allagamenti anche in Sardegna e Calabria. Preoccupazione per la piena del Po. Conte: "Utilizzare gli 11 miliardi stanziati"
L’ondata di maltempo che ha devastato la Liguria e il Piemonte (FOTO) ha lasciato il nord-ovest, dove la situazione è migliorata. Altre regioni sono state colpite in queste ultime ore, in particolare la Sardegna e la Calabria (FOTO). Resta l'allarme per la piena del Po, in Emilia Romagna e per il Veneto.
In 48 ore gli interventi dei vigili del fuoco in tutta Italia sono stati 2.300 e sono stati mobilitati migliaia di volontari della Protezione Civile. Secondo la Coldiretti i danni causati in 10 anni dalle calamità naturali hanno raggiunto i 14 miliardi di euro. Moltissimi i campi allagati per le piogge e l'acqua uscita dagli argini di fiumi e torrenti.
A26 chiusa al traffico
Chiusa al traffico in entrambe le direzioni la tratta dell'autostrada A26 compresa tra l'allacciamento con l'autostrada A10 e lo svincolo di Masone. La misura è stata presa per consentire l'esecuzione di verifiche tecniche sui viadotti Fado Nord e Pecetti Sud (GLI AGGIORNAMENTI).
Oltre 330 milioni di euro di danni in Liguria
È cominciato intanto il calcolo dei danni: la prima stima della Liguria è di 330 milioni, con il Governatore Toti che ha indicato due priorità: la ricostruzione del viadotto della A6 Torino-Savona (VIDEO), crollato per una frana che non ha coinvolto persone, e la Valle Bormida. Per ricostruire il tratto di autostrada divelto da una colata di fango, alberi e massi, ci vorranno 3-4 mesi, ha annunciato l'Autostrada dei Fiori, concessionaria dell'autostrada che è uno dei principali assi di collegamento tra il Piemonte e la Liguria. Riaperte al traffico, invece, la A5 Torino-Aosta, chiusa per precauzione per la grossa frana che incombe su Quincinetto (Torino) e la A21 Torino-Piacenza, dove domenica si era improvvisamente creato un cratere con un diametro di una decina di metri, evitato da un'auto in transito.
Pericolo valanghe in Piemonte
La devastazione lasciata dalle piogge torrenziali e dall'esondazione dei fiumi è stata definita dal governatore del Piemonte Cirio un "bollettino di guerra": sfollate oltre 600 persone, oltre un centinaio le strade chiuse o con traffico limitato. Su tutto il Piemonte è "forte" il pericolo di valanghe: oltre i 2.300 metri di altitudine l'altezza nella neve fresca raggiunge in alcune località i 2 metri e 10 centimetri. Due giovani escursionisti sono stati salvati dopo che erano rimasti intrappolati dalla tormenta di neve in un rifugio dell'Alta Valle di Susa, in provincia di Torino. In valle d'Aosta è invece cessata l'emergenza: Champorcher e Gressoney sono uscite dall’isolamento.
Esonda il Ticino, allagamenti anche in Sardegna e Calabria
Moltissimi i disagi in diverse parti di Italia, con strade distrutte, campi allagati, spiagge spazzate via dalla mareggiata, danni ad abitazioni. A Pavia lunedì l'esondazione del Ticino ha allagato il quartiere Borgo Basso, a Ferrara sono state sgomberate le abitazioni e le aziende nelle aree golenali. A Ospedaletti (Imperia) è stata evacuata una scuola con un centinaio di alunni. Nel nord della Sardegna sono stati evacuati asili e scuole, alle porte di Sassari il rio Calamasciu ha allagato la ferrovia. Allagamenti anche in Calabria, nel Catanzarese e nella provincia di Vibo Valentia: a Pizzo un torrente ha rotto gli argini allagando l'abitazione e l'agrumeto di una coppia di anziani che sono stati salvati dall'intervento dei carabinieri e di altri soccorritori. Sulla strada Polia-Francavilla Angitola, sono state liberate 10 auto rimaste bloccate dal fango.
Crolla una strada nella Val Brembana, ricerche sotto i detriti
Una strada è franata nella tarda serata di lunedì a Piazza Brembana, centro di 1.200 abitanti della Valle Brembana: i residenti di via Locatelli hanno sentito un forte boato. A franare un fronte di una cinquantina di metri, all'altezza di un attraversamento pedonale. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco, oltre ai cani dell'unità specializzata nelle ricerca delle persone, per escludere che qualcuno sia rimasto coinvolto nel crollo e sia sepolto dalle macerie.
Conte: "Utilizzare gli 11 miliardi stanziati"
Il presidente del Consiglio Conte ha annunciato che per la protezione del territorio "sono stati stanziati 11 miliardi su base pluriennale: ora però dobbiamo spendere questi soldi e accelerare con tutte le opere e i cantieri". Arrivano però le critiche dell'Unione delle Province d’Italia: dopo il crollo del Morandi consegnarono, ha spiegato il presidente Michele de Pascale, un quadro da cui emergeva la necessità di intervenire su 5.931 strutture, “su cui - ha aggiunto de Pascale - avevamo già pronti i primi progetti, e di procedere con indagini tecnico diagnostiche urgenti su 14.089 opere. Ma nulla è stato fatto”.