Gallarate, il sindaco leghista Andrea Cassani è indagato per turbativa d’asta

Cronaca

Il primo cittadino sarebbe coinvolto in uno dei filoni dell'inchiesta milanese su un sistema di tangenti, finanziamenti illeciti, appalti e nomine pilotate: "Il mio comportamento è stato assolutamente corretto". Il legale: questione totalmente infondata

Andrea Cassani, il sindaco leghista di Gallarate, in provincia di Varese, è indagato per turbativa d'asta in uno dei filoni dell'inchiesta milanese su un sistema di tangenti, finanziamenti illeciti, appalti e nomine pilotate con al centro l'ex responsabile di Forza Italia a Varese Nino Caianiello. La Guardia di finanza di Busto Arsizio ha già effettuato una serie di acquisizioni di documenti negli uffici comunali di Gallarate. "Ho dato disponibilità per essere ascoltato al più presto, ho appreso dalla stampa di essere indagato, ritengo giusto che la Procura faccia le indagini necessarie, così che io possa chiarire la mia posizione senza ombre", ha commentato Cassani. "Tutto il mio appoggio al bravo sindaco Cassani, alla sua giunta e a tutta la comunità di Gallarate - ha detto il leader della Lega Matteo Salvini - esempio di buona e corretta amministrazione, di partecipazione cittadina democratica e trasparente".

Contestato il reato di turbata libertà degli incanti

L'accusa al primo cittadino riguarda una presunta nomina pilotata di due avvocati per un parere legale su un'azione di responsabilità intentata dall'ex Giunta di centrosinistra contro gli ex amministratori di una municipalizzata, tra cui Caianiello. A Cassani viene contestato il reato di "turbata libertà degli incanti", ossia turbativa d'asta, per aver truccato, secondo l'accusa, un bando di gara per la nomina dei due avvocati. Parere contrario rispetto all'azione di responsabilità che l'ex Giunta di centrosinistra intentò contro gli ex amministratori della società municipalizzata Amsc, che era amministrata, tra gli altri, proprio da Caianiello, il personaggio "chiave" della maxi indagine che sta collaborando da tempo con gli inquirenti. Secondo le indagini, la gara per la nomina dei due legali sarebbe stata pilotata a favore di quelli poi effettivamente scelti.

Cassani: chi mi ha accusato voleva attenuare le proprie responsabilità

"Non posso non rilevare che la dichiarazione 'de relato' - ha detto Cassani - sia stata resa da chi evidentemente perseguiva un fine proprio per attenuare le proprie responsabilità per fatti gravi". Poi ha aggiunto: "ribadisco che l'affidamento che parrebbe essere oggetto dell'indagine è una gara pubblica e non un affidamento diretto, il mio comportamento è stato assolutamente corretto nell'interesse esclusivo dell'amministrazione che rappresento".

"Nessun affidamento, ma una gara pubblica"

Il sindaco di Gallarate ha poi spiegato la vicenda al centro dell'indagine. "Le azioni di responsabilità Amsc e Seprio Real Estate sono state intraprese su mandato dell'ex sindaco Guenzani - ha detto Cassani - che durante l'assemblea soci Amsc decise di incaricare il cda perché agisse nei confronti degli ex amministratori". "Se avessi voluto ritirare l'azione di responsabilità avrei potuto farlo - ha proseguito il primo cittadino - ho scelto di mantenere in essere l'azione lasciando all'avvocato incaricato dai passati amministratori le cause". E ha concluso: "La giunta deliberò un atto di indirizzo e il dirigente incaricato fece una gara ad evidenza pubblica aggiudicata ad un importante avvocato milanese e ad un professore universitario, che espressero perplessità sulla solidità dell'azione intrapresa durante il mandato Guenzani". Quindi "nessun affidamento, ma una gara pubblica. L'azione di responsabilità non è stata revocata e le perplessità dei legali incaricati dall'Ente si sono dimostrate fondate tant'è che l'azione è stata persa con risarcimenti da parte di Amsc per oltre 1,3milioni di euro di spese legali".

Il legale del sindaco: questione totalmente infondata

"Si tratta di una indicazione fatta da alcuni indagati con riferimento ad una questione documentale a mio parere è totalmente infondata - ha dichiarato l'avvocato Cesare Cicorella, difensore del sindaco - Il sindaco attende con serenità gli esiti di un'indagine di cui abbiamo appreso solo ora".

L'inchiesta milanese

L'indagine è una delle tante tranche dell'inchiesta milanese - coordinata dall'aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri - che lo scorso 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari, tra cui quelle a carico di Caianiello e degli esponenti di FI Fabio Altitonante e Pietro Tatarella. Lo scorso 10 maggio, Cassani era stato sentito in Procura a Milano soltanto come testimone, anche perché dagli atti emergeva allora come una figura che si era opposta alle manovre illecite, soprattutto in relazione a un cambio di destinazione urbanistica nella zona.

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