Il cardinale Ruini: “La Chiesa deve dialogare con Salvini. No ai sacerdoti sposati”

Cronaca

L’arcivescovo al Corriere della Sera: “Il rosario del leader della Lega? Non sarei sicuro che sia soltanto una strumentalizzazione”. Sull’ipotesi di permettere ai diaconi con famiglia di prendere i voti: “È una scelta sbagliata, spero che il Papa non la confermi”

“Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti. Il dialogo con lui mi sembra doveroso”. A dirlo è il cardinale Camillo Ruini che, in un’intervista al Corriere della Sera, torna anche a parlare dell’ipotesi di consentire ai diaconi sposati di diventare preti: “Si tratta di una scelta sbagliata”.

Non sono sicuro che il rosario di Salvini sia una strumentalizzazione

Salvini è stato varie volte al centro di polemiche con il mondo cattolico e con la Chiesa, in particolare nelle occasioni in cui ha mostrato e baciato il rosario in contesti politici. “Non sarei sicuro che sia soltanto una strumentalizzazione - dice però Ruini - Può essere anche una reazione al ‘politicamente corretto’, e una maniera, pur poco felice, di affermare il ruolo della fede nello spazio pubblico”. Poi, interpellato sulla linea tenuta dal leader della Lega sul tema dei migranti, Ruini aggiunge: “Sui migranti vale per Salvini, come per ciascuno di noi, la parola del Vangelo sull’amore del prossimo; senza per questo sottovalutare i problemi che oggi le migrazioni comportano”.

Ruini: spero che il Papa non confermi la decisione sui preti sposati

Altra questione delicata è quella dell’obbligo del celibato per i preti e del Sinodo sull’Amazzonia che potrebbe permettere anche ai diaconi sposati di prendere i voti. Secondo Ruini “in Amazzonia, e anche in altre parti del mondo, c’è una grave carenza di sacerdoti” ed è quindi “comprensibile che vi sia una spinta a ordinare sacerdoti dei diaconi sposati. A mio parere, però, si tratta di una scelta sbagliata. E spero e prego che il Papa non la confermi”.

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