Migranti, i dati del Viminale: calano sbarchi e rimpatri. Dimezzati quelli assistiti

Cronaca

Il ministero dell’Interno ha diffuso i numeri relativi agli ultimi 12 mesi: gli sbarchi scendono del 79%, sono stati 8691 in un anno. Più del 50% in arrivo da Tunisia e Libia. Drastica riduzione dei costi del sistema d’accoglienza, passati da 2,2 miliardi a 501 milioni

Calano gli sbarchi, scesi del 79,6%, ma diminuiscono anche i rimpatri: in un anno, dal 1 agosto del 2018 al 31 luglio del 2019 sono diminuiti dello 0,7% mentre quelli assistiti si sono più che dimezzati. I numeri sono emersi dai dati di un anno di attività diffusi dal Viminale a Ferragosto (LO SPECIALE MIGRANTI). Altro dato riferito dal ministero dell’Interno riguarda l’aumento del 6,7% degli allontanamenti dal territorio nazionale, che passano da 16.425 a 17.531 (quelli alla frontiera sono 9.203, il 17,3% in più dei 7.849 dell'anno scorso).

Crollano i costi del sistema di accoglienza

Stando ai numeri diffusi dal Viminale, gli arrivi in Italia sono passati da 42.700 a 8.691. In calo (del 95,2%) risultano anche i cadaveri recuperati in mare, passati da 83 a 4. I rimpatri, invece, sono scesi da 6.909 a 6.962. Ancora più marcata è la diminuzione dei rimpatri volontari, che si sono più che dimezzati passando da 1.201 a 555, con un calo del 53,8%. Un altro dato che balza agli occhi è la drastica riduzione dei costi del sistema d'accoglienza, dove attualmente sono ospitati 105.142 migranti, il 34% in meno rispetto al 2018: dai 2,2 miliardi spesi dal 1 agosto 2017 al 31 luglio del 2018 si è passati infatti ai 501 milioni dell'ultimo anno.

Arrivi da Libia e Tunisia

I dati del ministero dell'Interno segnalano che il 36,8% degli 8.691 sbarcati nell'ultimo anno è partito dalla Tunisia (3.201), mentre il 22,3% (1.939) dalla Libia. Le prime tre nazionalità di chi sbarca, in totale il 53% di tutti gli arrivi, sono invece Tunisia, Pakistan e Iraq. Quanto alle richieste d'asilo, i numeri dicono che si sono più che dimezzate, passando dalle 82.382 dell'anno scorso alle 36.250 (-56%) di quest'anno. Per quanto riguarda le domande esaminate - in totale 97.410 contro le 88.165 del periodo precedente - ne sono state bocciate il 70% mentre nello stesso periodo dell'anno scorso erano il 49%. Calano nettamente le domande per motivi umanitari, passate dal 29% del totale al 6% (un dato che non tiene conto di quelle successive all'entrata in vigore del primo decreto sicurezza) mentre quelle per ottenere lo status di rifugiato passano dall'8 al 10% e quelle per la protezione sussidiaria dal 7 al 6%.

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