Ponte Morandi, i periti: "Difetti esecutivi e poca manutenzione"

Cronaca

I tre esperti del gip, nella loro relazione tecnica, hanno anche evidenziato che i trefoli di acciaio dentro i tiranti della pila 9, quella crollata il 14 agosto 2018, avevano un grado elevato di corrosione

"Difetti esecutivi" rispetto al progetto iniziale, oltre che degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla "mancanza di interventi di manutenzione significativi". È questo il quadro delle condizioni del Ponte Morandi tracciato dai tre periti del gip Angela Nutini, nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del viadotto avvenuto lo scorso 14 agosto e in cui sono morte 43 persone (IL VIDEO INEDITO). L'inchiesta vede indagate 71 persone, insieme alle due societa' Autostrade e Spea. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso.

Fino al 100% della riduzione di acciaio negli stralli

Nello specifico, i periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate. E, nella loro relazione, hanno evidenziato anche che i trefoli di acciaio dentro i tiranti della pila 9 del ponte, quella crollata il 14 agosto 2018, avevano un grado elevato di corrosione.  Secondo gli esperti, il 68% dei trefoli del gruppo primario, all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%.

La mancanza di interventi per interrompere il degrado

I periti spiegano anche che nelle parti esaminate non si sono evidenziati interventi per "interrompere i fenomeni di degrado". A peggiorare lo stato del viadotto, poi, ci sarebbero dei difetti di esecuzione della struttura. Gli esperti inoltre, nel valutare le parti non crollate del ponte, hanno trovato uno stato di conservazione "caratterizzato da un livello generalizzato esteso e grave di degrado".

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