Il presidente dell’Anticorruzione in una lettera: "Diverso approccio culturale nei confronti dell'Autorità e del suo ruolo. La mia è una decisione meditata e sofferta. Credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura"
Raffaele Cantone lascia l'Anac in anticipo di otto mesi rispetto al mandato che sarebbe scaduto nel marzo 2020. Dopo oltre cinque anni alla presidenza dell'Anticorruzione, è lo stesso Cantone, ad annunciare l'addio in una lettera sul sito dell'Autorità. "Sento che un ciclo - si legge nel testo - si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell'Anac e del suo ruolo". Cantone ha fatto richiesta per rientrare in magistratura, "che ho sempre considerato la mia casa". Commentando la decisione di Cantone, il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha detto: "L'Anac ha evidenziato che il tema della prevenzione è importante quanto quello della repressione. Ma, detto questo, alcune linee guida e regolamenti dell'Anac non riuscivano a coniugare l'esigenza della trasparenza con quelle dell'efficienza e della rapidità: io l'avevo segnalato a Cantone che si doveva lavorare per snellire. Se per prevenire tutto blocchiamo tutto, non si fa niente".
"Magistratura vive momento difficile"
Cantone era in carica all'Anac dal marzo 2014 e già a febbraio 2019 aveva manifestato la sua intenzione di andarsene dall'Autorità: "La mia - scrive ancora nella lettera - è una decisione meditata e sofferta. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe".
Tornerà all'Ufficio del massimario in Cassazione
Cantone, come spiega lui stesso, tornerà all'Ufficio del massimario in Cassazione. Nei mesi scorsi aveva già presentato al Csm la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. Ma, spiega l'ormai ex presidente dell'Anac, "nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno tuttavia comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione". Per questo, annuncia Cantone, "nella mattina di oggi, con alcuni mesi di anticipo, ho dunque avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli organici della magistratura: un atto che implica la conclusione del mio mandato di Presidente dell'Anac, che diverrà effettiva non appena l'istanza sarà ratificata dal plenum del Csm".
Cantone: "Anac patrimonio del Paese"
Secondo Cantone "l'Autorità nazionale anticorruzione, istituita sull'onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l'Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero". Per il magistrato "dal 2014 il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all'estero". Cantone però aggiunge: "Naturalmente la corruzione è tutt'altro che debellata ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi, evidenziati anche dagli innumerevoli e nient'affatto scontati riconoscimenti ricevuti in questi anni dalle organizzazioni internazionali (Commissione europea, Consiglio d'Europa, Ocse, Osce, Fondo monetario) e dal significativo miglioramento nelle classifiche di settore". Alla presidenza dell'Anac, Cantone ha dato impulso all'attività per prevenire l'infiltrazione della corruzione negli appalti pubblici e agli interventi sulle operazioni sospette o a rischio. Il Mose, l'Expo, la ricostruzione post terremoto nel centro Italia, la riforma del Codice degli appalti sono solo alcuni degli ambiti su cui l'Anac è intervenuta in questi anni.
Cantone durante gli anni in magistratura a Napoli
Raffaele Cantone, napoletano, 55 anni, ha assunto la guida dell’Anac il 27 marzo 2014, proposto dall'allora premier Matteo Renzi e confermato dal Parlamento. Entrato in magistratura nel 1991, è stato sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli, dove si è occupato principalmente di criminalità economica, fino al 1999. È poi entrato nella Direzione distrettuale antimafia di Napoli, di cui ha fatto parte fino al 2007. Sotto la sua lente, negli anni è finito tra gli altri, il clan camorristico dei Casalesi, lavorando alle indagini che hanno portato alla condanna all'ergastolo di boss quali Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto 'e Mezzanott, Walter Schiavone, detto Walterino.