Affidi illeciti a Bibbiano: cosa sappiamo finora

Cronaca

Giuliana De Vivo

A giugno 2019 scoppia il caso di un presunto sistema per sottrarre bimbi alle famiglie e dirottarne gli affidi in cambio di soldi. La lista degli indagati via via si allarga. Lo psicoterapeuta Claudio Foti, scarcerato, si difende: "Fango su di me, non sono un mostro"

Il 27 giugno 2019 i carabinieri di Reggio Emilia mettono agli arresti domiciliari 18 persone, tra cui il sindaco di Bibbiano, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto traffico di minori nel comune. Si tratta dell’indagine chiamata “Angeli e Demoni” su un presunto e illecito sistema - il “sistema Bibbiano” - di gestione dell’affidamento dei minori: l’ipotesi è che una rete di funzionari pubblici, assistenti sociali, medici e psicologi -  tutti gravitanti attorno ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni nel Reggiano -  abbia manipolato le testimonianze dei bambini e cercato sistematicamente di sottrarre i piccoli a famiglie in difficoltà per affidarli, in cambio di soldi, ad amici o conoscenti.

I dettagli e le imprecisioni

Il giorno dopo gli arresti vengono diffusi dettagli relativi alle pratiche poste in essere dagli indagati allo scopo di creare prove da utilizzare poi contro i genitori naturali: l’uso di una “macchinetta della verità” a impulsi elettromagnetici per indurre nei piccoli falsi ricordi, i disegni modificati a sfondo sessuale. Nel primo caso, è poi emerso, si trattava in realtà di un apparecchio utilizzato in psicoterapia per mandare ai pazienti stimoli acustici e tattili e non di una macchina per l’elettroshock come inizialmente circolato anche sui media. 

Gli indagati

Una volta sottratti alle famiglie i minori, sempre secondo l’ipotesi degli inquirenti, venivano inseriti in un percorso di cura gestito dalla onlus “Hansel e Gretel”, un centro privato specializzato in abusi su minori gestito da Claudio Foti e da sua moglie, Nadia Bologni, entrambi psicoterapeuti ed entrambi indagati. Foti è considerato uno dei maggiori esperti nella cura di bambini vittime di abusi. Tra gli indagati figurano anche la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza, Federica Anghinolfi, e l’assistente sociale Francesco Monopoli, che avrebbero gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini, e il sindaco Andrea Carletti che però non è coinvolto in crimini contro i minori, ma indagato per abuso d’ufficio e falso: avrebbe favorito il centro Hansel e gretel di Foti, omettendo «di effettuare una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro», procurando quindi intenzionalmente «un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel». La onlus Hansel e Gretel, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe ricevuto dal Comune compensi di circa 135 euro per ogni seduta di psicoterapia «a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio». Il danno economico all’erario sarebbe attorno ai 200 mila euro. Il 23 luglio 2019, a circa un mese dal momento in cui era scoppiato lo scandalo, il Tribunale dei minori di Bologna decide il ricongiungimento con le famiglie di alcuni dei minori coinvolti nel caso Bibbiano, che quindi sono tornati a casa. Nei mesi successivi da un lato la lista dei nomi iscritti nel registro degli indagati sale a 29, dall'altro il tribunale del Riesame revocato gli arresti domiciliari nei confronti di Foti per la mancanza dei "gravi indizi di colpevolezza". 

Le reazioni all'indagine in corso

Nei giorni successivi alla notizia dell’indagine molte famiglie che si erano viste sottrarre i propri bambini avevano deciso di parlare raccontando la propria vicenda e scatenando l’indignazione dell’opinione pubblica ("Mia figlia è la mia vita": la testimonianza di una mamma). Il 22 luglio il presidente dellla Regione Reggio Emilia Stefano Bonaccini chiede l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta che "in maniera concreta e in tempi certi possa dare un contributo di ulteriore chiarezza". A novembre il Guardasigilli Alfonso Bonafede, che già luglio aveva deciso di inviare gli ispettori presso il tribunale dei Minori e la Procura di Reggio Emilia, avvia anche un'indagine amministrativa.

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