Imane Fadil, dall'autopsia ipotesi morte naturale

Cronaca

Secondo indiscrezioni gli accertamenti escludono l'ipotesi dell'avvelenamento di una delle testimoni chiave del caso Ruby, deceduta il 1 marzo scorso. Ma l'ufficialità si avrà la prossima settimana con il deposito della relazione dei medici legali 

Gli accertamenti sul corpo di Imane Fadil -  una delle testimoni 'chiave' del caso Ruby, morta il primo marzo scorso, all'Humanitas di Rozzano - sembrano aver escluso l'ipotesi dell'avvelenamento doloso e sembrerebbero indicare che la morte della donna sia avvenuta per cause naturali: lo scrive l'Ansa aggiungendo che il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, che segue l'inchiesta con i pm Gaglio e Pavan, ha spiegato che la consulenza "non è stata depositata" dagli esperti alla Procura. Si tratta di indiscrezioni in attesa del deposito della relazione dei consulenti medico-legali che dovrebbe avvenire la prossima settimana. 

Informazioni non ufficiali 

Il procuratore aggiunto, dunque, ha precisato che una risposta "ufficiale" sulle cause del decesso di Fadil si potrà avere con il deposito degli esiti finali dell'autopsia, dopo i complessi accertamenti di questi mesi. 

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