Quanto è avvenuto sul velivolo dell'Itavia in volo la sera del 27 giugno 1980 tra Bologna e Palermo con 81 persone a bordo resta ancora da chiarire e senza responsabili
La sera del 27 giugno 1980 un aereo modello Dc9 della società Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, esce dal contatto radar all'altezza dell'isola di Ustica e viene dato per disperso. Dopo molte ore di ricerche, alle prime luci del mattino, vengono avvistate in mare le prime vittime che, dopo una terribile conta, risulteranno essere 81, tutti quelli che erano sul volo tra passeggeri e personale di bordo. Le indagini si sono susseguite per decenni e anche l'ultima inchiesta, quella bis contro ignoti aperta dalla procura di Roma, non ha portato i risultati sperati. Le numerose rogatorie internazionali indirizzate a Stati Uniti, Belgio, Germania, Francia e governo transitorio della Libia (dopo la caduta del regime di Gheddafi) che la procura di Roma ha avviato negli anni scorsi, non hanno consentito di arrivare a risultati concreti: alcuni Paesi hanno fornito informazioni senza alcuna rilevanza penale mentre altri hanno totalmente ignorato la richiesta. La strage di Ustica resta ancora, dopo 39 anni, ufficialmente senza responsabili.
Le principali tappe della vicenda:
GIUGNO '80 - Le prime ricostruzioni parlano di cedimento strutturale del velivolo, ma c'è chi ipotizza che a causare l'esplosione siano stati una bomba o un missile.
LUGLIO '80 - Sui monti della Sila, in località Timpa delle Magare, viene ritrovato ufficialmente il relitto di un Mig 23 libico: si pensa che l'aereo sia precipitato la sera del 27 giugno e abbia avuto un ruolo nella tragedia del Dc9.
25 NOVEMBRE '80 - John Macidfull, esperto dell'ente Usa per la sicurezza del volo, consegna al magistrato una perizia in cui si rivela la presenza di un caccia sconosciuto accanto al Dc9 al momento dell'esplosione.
PRIMAVERA '82 - La commissione ministeriale scarta l'ipotesi del cedimento strutturale e sposa quella dell'esplosione: esterna (missile) o interna (bomba).
ESTATE '86 - Parte l'operazione recupero del relitto, affidata a due navi e a un sottomarino di una società francese che risulterà legata ai servizi segreti.
MARZO '89 - La commissione Blasi incaricata di capire la dinamica dell'incidente sposa la tesi del missile.
PRIMAVERA '90 - Due dei cinque esperti della commissione cambiano idea e parlano di bomba.
INVERNO '92 - Incriminazione per una settantina tra ufficiali e sottufficiali dell'Aeronautica militare per depistaggi, distruzione di prove e falso. Per sette generali si profila l'aggravante dell'alto tradimento.
GIUGNO '97 - Arriva il dossier completo di 17 anni di lavoro: 700 cartelle di analisi sui dati radar e 3.000 pagine di allegati. L'ipotesi che emerge è quella che il Dc9, la sera dell'incidente, volò per un'ora all'interno di un vero scenario di guerra.
DICEMBRE '97 - Un supplemento di perizia conferma l'affollamento di velivoli nei cieli italiani la sera della tragedia. Quasi tutti i velivoli in volo quella notte avevano i transponder spenti per evitare di essere identificati.
31 DICEMBRE '97 - Si chiude l'indagine.
31 AGOSTO '99 – Il giudice Priore dispone 9 rinvii a giudizio: quattro generali dell'Aeronautica sono accusati di attentato agli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento, cinque devono rispondere di falsa testimonianza.
24 SETTEMBRE 2000 - Prima udienza del processo davanti alla terza Corte d'assise di Roma, presidente Giovanni Muscarà.
1 DICEMBRE 2000 - La Corte rimette gli atti ai pm relativamente alle posizioni dei 5 militari accusati di falsa testimonianza: saranno processati con il rito previsto dal nuovo codice di procedura penale. Il processo prosegue per i quattro generali dell'Aeronautica.
19 DICEMBRE 2003 - I pm Erminio Amelio, Maria Monteleone e Vincenzo Roselli chiedono la condanna a sei anni e nove mesi di reclusione, di cui quattro anni da condonare, dei generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri e l'assoluzione di Corrado Melillo e Zeno Tascio.
30 APRILE 2004: La seconda Corte d'assise di Roma derubrica il reato di attentato agli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento. Dopo 3 giorni di camera di consiglio, viene disposto il non doversi procedere nei confronti di Bartolucci e Ferri. Assolti Melillo e Tascio.
15 DICEMBRE 2005 - La prima Corte d'assise d'appello assolve "perché il fatto non sussiste" i generali dell'Aeronautica Bertolucci e Ferri dall'accusa di aver depistato le indagini. I pm annunciano ricorso in Cassazione.
10 GENNAIO 2007 - Assoluzione definitiva per Bartolucci e Ferri: la prima sezione penale della Cassazione conferma la sentenza d'appello e sono quindi esclusi risarcimenti.
27 GIUGNO 2007 - 27 anni dopo, i resti del relitto vengono ricomposti nel 'Museo della memoria', a Bologna.
24 MAGGIO 2010 - In un film inchiesta il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, racconta di un "aereo francese" che "si era messo sotto il Dc9, per non essere intercettato dal radar dell'aereo libico che stava trasportando Gheddafi. Ad un certo punto lancia un missile per sbaglio, volendo colpire l'aereo del presidente libico".
1 LUGLIO 2010 - Il ministero della Giustizia, su richiesta della Procura di Roma, che ha aperto una nuova indagine sulla strage, inoltra quattro rogatorie internazionali negli Stati Uniti, Francia, Belgio e Germania.
22 NOVEMBRE 2010 - Aurelio Misiti, presidente della Commissione dell'inchiesta tecnica sulla strage di Ustica, spiega in una conferenza stampa a Bologna di aver "individuato l'esplosione interna come causa della caduta dell'aereo".
17 GIUGNO 2011 - C'erano 21 aerei militari in volo (5 sconosciuti, gli altri americani e inglesi) nei cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980. Lo afferma la Nato in un documento ufficiale che il giornalista Andrea Purgatori mostra per la prima volta in un programma di Rai3.
28 GENNAIO 2013 - La tesi che fu un missile ad abbattere il Dc9 dell'Itavia ad Ustica "è abbondantemente e congruamente motivata". Lo afferma la sentenza con la quale la terza sezione civile della Corte di Cassazione respinge il ricorso presentato dal ministero della Difesa e delle Infrastrutture e ribadisce che i parenti delle vittime del disastro vanno risarcite.
29 GIUGNO 2017 - La prima sezione civile della corte d'appello di Palermo boccia il ricorso dell'Avvocatura dello Stato e nel confermare i risarcimenti stabiliti sei anni prima dal tribunale sancisce che più di 17 milioni di euro siano destinati ai familiari di alcune delle vittime.
22 MAGGIO 2018 - Le sezioni unite civili della Cassazione stabiliscono un risarcimento di oltre 265 milioni di euro che che i ministeri delle Infrastrutture e della Difesa devono versare alla compagnia aerea Itavia per i danni patiti a seguito del disastro aereo.
Il commento di Mattarella
"Trentanove anni dopo, la ferita di Ustica richiama, ancora una volta, il Paese ad un sentimento di forte solidarietà verso i familiari delle 81 vittime del volo Bologna-Palermo che videro spezzate le loro vite – spiega il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione nell'anniversario della strage -. E' una tragedia indelebile nella memoria e nella coscienza della nostra comunità nazionale. In questa giornata rinnovo la partecipazione della Repubblica al dolore comune e confermo il costante impegno per la ricostruzione univoca delle circostanze in cui persero la vita tanti nostri concittadini. Devono guidarci in questo l'affermazione delle ragioni della verità e dello stato di diritto e il riconoscimento della professionalità di donne e uomini che hanno operato in questa direzione".