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Sabrina Paravicini: "Ho un tumore, mi criticano perché ho fatto la chemio"

Cronaca

L’attrice, nota per aver recitato in "Un medico in famiglia", da mesi sta raccontando sui social network la sua lotta contro il cancro, ora in remissione. Come lei stessa ha spiegato, ha ricevuto insulti di chi non accettava che non si sottoponesse a cure alternative

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Sabrina Paravicini, attrice nota per aver interpretato l'infermiera Jessica Bozzi nella sitcom "Un medico in famiglia", da mesi sta raccontando sui social network la sua lotta contro il cancro, documentando le fasi della sua battaglia e le cure grazie alle quali il tumore, scoperto nel 2018, ora è "in remissione". Come lei stessa rivela, però, non è mancato chi l’ha attaccata: ha dovuto scontrarsi con gli insulti di chi non accettava che non si sottoponesse a cure alternative.

Gli attacchi per la chemio

Sabrina ha raccontato che alcune persone l’hanno attaccata per la sua scelta di fare la chemio. “A tre giorni dalla diagnosi - scrive l’attrice -, una sorta di guru alternativo mi ha insultata perché non ho accettato di fare solo il ‘suo' protocollo curativo di 120 giorni, mi gridò: ‘Si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!’ Ma questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina, un mese fa: remissione al 90% del tumore”. “La chemio è offensiva e orribile ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto è avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio”, aggiunge.

La scoperta del cancro

L’attrice 48enne lo scorso anno ha deciso di lasciare per un periodo il lavoro in modo da dedicarsi al figlio, affetto dalla sindrome di Asperger. Dopo il ritiro dal mondo dello spettacolo, però, si è accorta di non stare bene. Ha raccontato di aver sentito di forti dolori al seno, ma dagli esami non risultava esserci nulla se non una cisti che teneva sotto controllo da diversi anni. Controlli più approfonditi hanno però mostrato una massa nascosta: “Quando ho avuto la diagnosi - spiega Paravicini -, il tumore aveva solo sei mesi, era grande due centimetri e mezzo e aveva già creato un'area infiammatoria di 6 centimetri. Era veloce e aggressivo. Non ancora operabile. Nel giro di due settimane ho iniziato la chemioterapia”.