I carabinieri hanno condotto un'operazione contro lo sfruttamento dei braccianti in alcuni comuni del materano. I lavoratori venivano pagati 3,5 euro per 14 ore di lavoro al giorno
Sequestrati diversi conti correnti, cinque aziende agricole, terreni, prefabbricati, mezzi e attrezzature aziendali per un valore totale di oltre sette milioni di euro. Questi i provvedimenti presi dai Carabinieri in Basilicata e disposti dal gip di Matera Angela Rosa Nettis nell’ambito di un’inchiesta contro il caporalato. I militari dell'Arma hanno operato in diversi comuni del Materano, tra cui Scanzano Jonico e Tursi.
L'inchiesta
A gennaio ci sono stati già 12 arresti e due misure restrittive per lo sfruttamento di lavoratori stranieri (nella maggior parte romeni) impegnati nella raccolta di frutta e verdura nei campi agricoli del litorale jonico. I braccianti venivano contattati su Facebook e poi costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro.
Braccianti contattati su Facebook
I particolari dell’operazione sono stati illustrati durante una conferenza stampa, dal Procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, dal pm Annafranca Ventricelli, e dal comandante provinciale dei Carabinieri, tenente colonnello Samuele Sighinolfi. Il primo contatto avveniva su Facebook, ma all’arrivo in Italia i lavoratori venivano privati di documenti e costretti a lavorare in condizioni precarie, alloggiati in abitazioni il cui “affitto” veniva trattenuto dal salario.