Ritenuti colpevoli di voto di scambio l’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti e l’ex parlamentare dell'Udc Gabriella Mondello. Condannati invece per associazione mafiosa gli uomini del clan Rodà-Casile
La 'Ndrangheta operava a Lavagna, comune turistico della Liguria, e faceva affari con l'amministrazione comunale, trovando la sponda nell'ex sindaco Giuseppe Sanguineti e nella ex parlamentare di lungo corso dell'Udc Gabriella Mondello. Lo ha stabilito il tribunale di Genova che al processo per le infiltrazioni della 'Ndrangheta a Lavagna ha condannato per associazione mafiosa i boss e per voto di scambio l'ex sindaco e l'ex parlamentare.
In particolare Mondello è stato condannato a un anno e sei mesi, Sanguineti a due anni. "È importante che dopo il contradditorio sia stata affermata nel giudizio la sussistenza del reato di associazione mafiosa", ha commentato soddisfatto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. "Me lo aspettavo perché ero il simbolo politico di questo processo”, ha detto invece Mondello. “Ma sono completamente innocente come emergerà in Appello".
Le condanne per i politici
Secondo i giudici, Mondello in passato ha speso le proprie conoscenze tra i boss per fare eleggere a primo cittadino Giuseppe Sanguineti. Chiedendo voti, dunque, in cambio di un occhio chiuso sulla gestione dei rifiuti e sui chioschi e gli stabilimenti balneari abusivi sul litorale. Mondello, in passato anche sindaca di Lavagna per 24 anni, è la prima politica in Liguria condannata per voto di scambio. Per lei i pm Alberto Lari e Maria Chiara Paolucci avevano chiesto tre anni: il giudice ha stabilito la pena di un anno e 6 mesi. Poco più alta quella per l’ex primo cittadino Sanguineti: dalla richiesta di 4 anni e 6 mesi, si è passati a due anni. Cinque invece le persone assolte: tra loro, l'ex assessore comunale Massimo Talerico.
Le condanne per i boss
Pene più pesanti per gli uomini del clan Rodà-Casile di Condofuri (Reggio Calabria): 16 anni e 6 mesi a Paolo Nucera, 15 anni e 8 mesi a Francesco Antonio Rodà, 9 anni e 6 mesi a Francesco Nucera, 6 anni a Paolo Paltrinieri, considerato uomo di fiducia dei boss. I quattro dovranno inoltre pagare una provvisionale a Comune e Regione di un milione di euro. In totale sono state comminati oltre 82 anni di carcere, contro i 120 chiesti dall'accusa. Nei giorni scorsi, inoltre, l'inchiesta ha portato alla confisca di bar e altri locali per un valore di 3 milioni a due dei boss condannati, Rodà e Paltrinieri.
La terza sentenza sulla presenza mafiosa in Liguria
Quella di oggi è la terza sentenza che certifica la presenza della criminalità organizzata calabrese nella Regione. Nei mesi scorsi la corte d'appello di Genova ha confermato le condanne per i boss di Bordighera (processo “La Svolta”) e ha condannato i partecipi delle locali di Genova, Bordighera, Lavagna e Sarzana (processo “Maglio 3”). L'inchiesta di Lavagna è stata coordinata dalla squadra mobile di Genova e dallo Sco nel 2016. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, abuso d'ufficio, traffico illecito di rifiuti e droga, usura, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, voto di scambio. Dopo gli arresti il Consiglio comunale fu sciolto dal Governo e commissariato fino a due settimane fa, quando i lavagnesi hanno eletto un nuovo sindaco.