Notificati 20 avvisi di garanzia nell'ambito di un'inchiesta sulle gare pubbliche per la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie e del museo di Alarico di Cosenza. Il governatore: profonda amarezza, nessun giudice condividerà queste accuse
Venti persone, fra cui esponenti politici di primo piano come il presidente della Regione Mario Oliverio, sono indagate nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Catanzaro sulla gestione di appalti pubblici in Calabria. Al centro dell’indagine, secondo quanto si apprende, alcuni investimenti nella città di Cosenza, in particolare quelli legati alla costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie e del museo di Alarico. La procura catanzarese ipotizza l'esistenza di un'associazione per delinquere i cui appartenenti si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di delitti contro la pubblica amministrazione. Fra i reati ipotizzati, turbata libertà degli incanti, corruzione propria aggravata, traffico di influenze illecite, abuso in atti d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture. Il governatore: "Nessun giudice condividerà una simile impostazione accusatoria".
Gli indagati
Fra gli indagati, secondo quanto si apprende, oltre a Oliverio ci sono il sindaco di Cosenza, Roberto Occhiuto, Nicola Adamo, ex consigliere regionale e vice presidente della Giunta, e Luca Morrone, figlio del consigliere regionale Ennio Morrone. Nella lista anche Luigi Incarnato, 64 anni, commissario della Sorical, la società di gestione delle risorse idriche regionali; Luigi Giuseppe Zinno, 65 anni; Giuseppe Lo Feudo, 64 anni; Pietro Ventura, 53 anni; Rocco Borgia, 75 anni; Antonio Capristo, 60 anni; Giuseppe Trifirò, 58 anni; Tito Nulli Berti, 63 anni; Santo Marazzita, 56 anni; Pasquale Gidaro, 52 anni; Arturo Veltri, di 37 anni; Giulio Marchi di 69 anni; Armando Latini, 65 anni; Giovanni Forciniti di 55 anni; Fortunato Varone di 42; Eugenia Montilla, di 56 anni. Nell'elenco non figura, al contrario di quanto riportato in precedenza da Agi, la parlamentare Enza Bruno Bossio.
La metropolitana e il museo
Oliverio insieme all'altro promotore dell'associazione, individuato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro in Nicola Adamo - che esercita "la propria esclusiva influenza su Oliverio del quale è consigliere di fatto e suggeritore delle principali strategie" -, al dirigente del dipartimento Infrastrutture della Regione Luigi Giuseppe Zinno e al direttore generale delle Ferrovie della Calabria, Giuseppe Lo Feudo, avrebbe favorito l'aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione della metropolitana leggera di superficie tra Cosenza, Rende e l'Università della Calabria, in favore del raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) e dalla Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) in avvalimento con la Francesco Ventura Costruzioni ferroviarie. Il rappresentante di quest'ultima società, Pietro Ventura, è a sua volta indagato in quanto ritenuto il "contraente privilegiato e beneficiario delle principali commesse in ambito ferroviario". Inoltre secondo gli inquirenti Occhiuto, per sottoscrivere l'Accordo di programma per la realizzazione della metropolitana, avrebbe accettato la promessa avanzata da Oliverio - per il tramite di Zinno- di ottenere, da parte della Regione Calabria, i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del Museo di Alarico, oggetto di gara d'appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza nell'ambito del più ampio intervento di “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico".
Le indagini sulla caduta della prima giunta Occhiuto
Oliverio e Adamo, inoltre, sono indagati, insieme all'ex consigliere regionale Luigi Incarnato - attuale commissario liquidatore della Sorical, la società mista per la gestione degli acquedotti calabresi - per traffico di influenze illecite per la vicenda che portò alla caduta della prima giunta comunale di Cosenza a guida Mario Occhiuto, sfiduciato dai suoi stessi consiglieri comunali. Secondo l'accusa, Incarnato, "sfruttando le sue relazioni politiche con i consiglieri del Comune di Cosenza", avrebbe propiziato la sfiducia facendosi promettere "e poi dare", da Adamo e Oliverio, "un vantaggio patrimoniale rappresentato dalla possibilità di ricoprire incarichi pubblici e/o istituzionali come prezzo della propria mediazione illecita". Adamo e Oliverio, poi, avrebbero remunerato indebitamente Incarnato, secondo i pm, "designando o comunque agevolando la nomina dello stesso a commissario liquidatore della Sorical". In questa parte di inchiesta è indagato anche, per corruzione, Luca Morrone, all'epoca presidente del Consiglio comunale di Cosenza, figlio del consigliere regionale Ennio, che, per "sottoscrivere" le dimissioni avrebbe ottenuto la promessa di diventare vicesindaco "in seno alla compagine politica eventualmente vincitrice nelle successive elezioni comunali di Cosenza o comunque un incarico di ingegnere presso la Regione Calabria".
Oliverio: mi si contestano scelte politiche e tecniche
"In data 7 maggio mi è stato notificato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro un avviso di conclusione di indagini preliminari. Dopo un'approfondita lettura, devo constatare che mi sono state contestate, come ipotesi di reato, fattispecie che, a mio avviso, attengono alla normale vita politico-amministrativa dell'Ente!", ha dichiarato Oliverio. "Mi si contestano scelte politiche e/o tecniche - aggiunge - cui si 'abbinano' ipotesi di reato, alcune (vedi gara di appalto metropolitana di Cosenza) operate nel 2014, cioè precedentemente al mio insediamento alla guida della Regione, mentre per altre, come la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, è stato prodotto, come è noto, il solo studio di fattibilità, tra l'altro da parte dell'Azienda Ospedaliera. Sono quanto mai certo che, anche in questa occasione, nessun Giudice condividerà una simile impostazione accusatoria, che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica, nel senso aristotelico del termine".
Oliverio: profonda amarezza per quanto mi sta accadendo
"Un dato sintomatico, che andrà pure approfondito - afferma ancora Oliverio - è quello che attiene ad un'indagine che è iniziata a fine 2014, ovvero il giorno stesso del mio insediamento alla guida della Regione, e che si è, guarda caso, conclusa verso la fine dello stesso, nel 2019! Questo ennesimo avviso di garanzia mi porta ad esprimere profonda amarezza per quanto mi sta accadendo. Non posso in alcun modo accettare di essere additato come il promotore di 'una associazione per delinquere con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione'". "Ebbene - aggiunge il presidente della Regione Calabria - ribadisco, come già fatto in altre occasioni, che combatterò con tutte le mie energie per dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. La mia non vuole essere una sfida rivolta agli apparati giudiziari ed investigativi. È solo l'unico modo che, come politico, cittadino e uomo, mi resta per contrastare questa feroce gogna cui sono sottoposto, posso ora dirlo, dal primo giorno del mio insediamento".