Gli arrestati, tutti tra i 50 e i 60 anni, avrebbero compiuto atti sessuali con delle tredicenni nelle loro abitazioni, ma anche in zone appartate e in macchina. L'indagine è nata da una segnalazione ai carabinieri
Tre uomini, tra i 50 e i 60 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Viareggio, in provincia di Lucca, perché ritenuti responsabili di aver compiuto atti sessuali con delle minori di 14 anni, come scrive Il Tirreno. Il Gip del tribunale ha disposto per i sospettati gli arresti domiciliari, perché si ipotizza la possibilità di reiterazione dei reati, anche verso altre minori. L'indagine è nata da una segnalazione ricevuta dai carabinieri. Le due 13enni, vittime dei tre adulti, sono state trasferite in una struttura protetta.
Le indagini sugli abusi
I tre arrestati sono italiani di 50, 53 e 60 anni, tutti residenti in Versilia. Mentre le vittime sarebbero due ragazze che gravitavano tra le conoscenze dei tre uomini. Le indagini dei carabinieri, anche con servizi di osservazione e sentendo alcune testimonianze, hanno consentito di ricostruire lo scenario e le responsabilità a carico degli indagati. Il 53enne era già stato arrestato in flagranza dalle forze dell’ordine e posto ai domiciliari, perché sorpreso a palpeggiare e baciare una giovane contro la sua volontà. Gli atti sessuali si sarebbero svolti non solo nelle abitazioni degli adulti, ma anche in zone appartate o all'interno delle autovetture degli indagati.
L'allarme lanciato da amiche delle ragazzine
La decisione del giudice del tribunale dei minori sul trasferimento in una struttura protetta delle due ragazzine abusate è stata presa anche per allontanarle dal difficile contesto familiare nel quale le 13enni, senza legami di parentela, sono cresciute. A mettere in allarme i carabinieri sarebbero state alcune amiche delle due giovani che le avevano viste avvicinarsi più volte a uomini diversi, mai insieme tra loro. Almeno uno dei tre arrestati avrebbe baciato una delle adolescenti in un angolo della piazza del paese prima di farla salire in auto. I tre, come sarebbe stato appurato dal pm Sara Polino nel corso dell'inchiesta, avrebbero agito sempre singolarmente e non avrebbero mai pagato per le prestazioni sessuali. In un paio di casi alle ragazzine sarebbero stati fatti piccoli regali.