Nicolò è uno dei 51 studenti di scuola media che sono stati sequestrati da Oyssenou Sy. “Eravamo una bomba umana”, dice il ragazzino, raccontando di non aver esistato a farsi avanti perché tutti i suoi compagni erano “abbastanza terrorizzati”
“Mi sono offerto come ostaggio perché era una situazione in cui i miei compagni erano abbastanza terrorizzati. Voleva due ostaggi: uno l’ha preso lui, l’altro sono andato io”. La voce ferma, le parole sicure. Nicolò, uno dei ragazzini presi in ostaggio da Oyssenou Sy sul pullman cosparso di benzina e poi incendiato sulla statale Paullese, non mostra paura o agitazione quando racconta quei momenti. Dice di essersi offerto all’attentatore come ostaggio perché “gli altri erano abbastanza impauriti e io pensavo di fare la cosa giusta. Sapevo che se non l’avessi fatto saremmo esplosi”. E aggiunge: “Eravamo una bomba umana” (LE FOTO - IL BUS IN FIAMME).
La benzina sul pavimento
Hanno assistito a tutta la scena i 51 studenti di scuola media sequestrati dall’autista: “Ha fatto una manovra, ha tirato fuori delle fascette da elettricista, ha ordinato ai prof di ammanettare tutti quanti. Quelli delle file dietro non mi ricordo ma non penso siano stati ammanettati”. Saranno proprio alcuni di loro a chiamare il 112 e a dare l’allarme, mentre Sy inziava a spargere benzina nel bus (LA TELEFONATA DI ALLARME - VIDEO). “Ha tirato fuori due taniche. Una l’ha versata tutta sul pavimento, l’ha proprio lasciata andare. L’altra l’ha usata un po’ sul pavimento e poi ha imbevuto le tendine dell’autobus con la benzina, così che quando avesse preso fuoco, tutto sarebbe andato in fumo”, ricorda Nicolò (LA FUGA DEI RAGAZZI). Lui è tornato questa mattina a scuola, ieri, dice, “non se l’è sentita”. “Ma oggi torno a scuola perché deve ricominciare tutto quanto”, sottolinea (L'AUTISTA RESTA IN CARCERE - IL LEGALE: NON FAREMO RICORSO).