Stupro, assolti perché la vittima è "troppo mascolina". Polemiche sulla sentenza choc

Cronaca

Associazioni della rete femminista e sindacati insorgono contro una sentenza della Corte d’Appello, annullata dalla Cassazione, che assolve due presunti stupratori perché la vittima sarebbe troppo mascolina e poco avvenente per essere oggetto di attrazione sessuale 

C’è grande "indignazione" per la sentenza, annullata dalla Cassazione, con cui la Corte di Appello di Ancona ha assolto due giovani condannati in primo grado per violenza sessuale, sostenendo, tra le motivazioni che la vittima, una 22enne peruviana, fosse troppo mascolina e poco avvenente per essere oggetto di attrazione sessuale. Insorgono le associazioni femministe e organizzano un flash mob. Il monito del procuratore generale della Corte d'Appello di Ancona, Sergio Sottani: "Attenzione alle parole, così si criminalizzano le vittime".

Associazioni femministe e sindacati contro la sentenza

Contro la decisione, in un comunicato congiunto, si sono scagliati: la rete femminista Rebel Network, il Comitato Marche Pride, le associazioni promotrici Agedo Marche, Arcigay Agorà Esna Consulenze di Genere Onlus, Uaar Ancona, Rete Chegender, Comunitas APS, GAP Urbino, Rebel Network, Amigay, Assist Associazione Nazionale Atlete, Arci Libero Spazio Stay Human, I sentinelli di Ascoli Piceno, Fabriano Arcobaleno, Uisp Pesaro e Urbino,  Cgil, Cisl e Uil delle Marche e la consigliera di parità per la provincia di Ancona. "Da quanto leggiamo - è scritto nella nota - il Collegio Giudicante della Corte di Appello, ha scritto, parlando dell'imputato principale, che 'la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo 'Vikingo' con allusione a una personalità tutt'altro che femminile quanto piuttosto mascolina'. Poi la chiosa: 'Come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare'".

Flash mob sotto la sede della Corte d’Appello

"Una simile vergogna in Italia merita, oltre all'annullamento della Cassazione -  sottolineano - una risposta collettiva da parte di cittadini, cittadine e associazioni e istituzioni a cui chiediamo di essere con noi nel flash mob cui domani (11 marzo) daremo vita sotto la sede della Corte di Appello di Ancona in via Via Giosuè Carducci 3, alle ore 13.30. In un Paese dove qualcuno vuole sdoganare violenza sulle donne, omotransfobia e bullismo, scenderemo tutte e tutti insieme in strada - concludono - per fermare questa barbarie, espressa in una sentenza. Il Paese che si riconosce e nella Costituzione e nel rispetto tra individui liberi non starà a guardare".

Il procuratore generale: “Attenzione all’uso delle parole”

Bisogna “evitare che nei processi l'uso delle parole possa costituire una forma ulteriore di violenza nei confronti delle vittime”, ha aggiunto il procuratore generale della Corte d'Appello di Ancona, Sergio Sottani, al Giornale Radio Rai, commentando la sentenza. 

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