Decisione del cda dopo l’inchiesta della Procura di Milano sui diamanti venduti a prezzi gonfiati. Provvedimenti anche per Pietro Gaspardo, ex responsabile del settore pianificazione e marketing retail, e Angelo Lo Giudice, ex responsabile compliance
Il consiglio di amministrazione di Banco Bpm ha sospeso il direttore generale Maurizio Faroni. L’uomo è indagato dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sui diamanti venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale. Un provvedimento analogo ha riguardato altri due ex manager dell'istituto di credito: Pietro Gaspardo, che è stato responsabile del settore pianificazione e marketing retail, e Angelo Lo Giudice, che ha ricoperto il ruolo di responsabile compliance.
La nota della banca
In una nota, la banca ha spiegato di aver “preso atto dei contenuti del decreto di sequestro preventivo", da cui emerge “che le indagini riguardano alcuni manager o ex manager del gruppo”. “Nel ribadire la natura cautelare del provvedimento assunto – continua l'istituto – la banca è pienamente confidente nell'operato dell'Autorità giudiziaria, a tutela di tutti i soggetti coinvolti”.
Le indagini
L'inchiesta ha coinvolto anche altri istituti: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti. Fra l'altro, secondo quanto ricostruito dalla Procura e dalla guardia di finanza, la società che forniva i diamanti, la Intermarket diamond business, avrebbe fatto una serie di regali ai vertici di Banco Bpm, nonostante “negli accordi si prevedesse espressamente” che nessun dipendente della banca potesse riceverli. Fra i destinatari ci sarebbe stato proprio il dg Faroni, che avrebbe ricevuto anche “regali archeologici”, cioè “oggetti di archeologia”. Faroni è accusato di concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza. L'indagine si riferisce a vicende avvenute prima della fusione tra Banco Popolare (l'istituto coinvolto nell'inchiesta) e Bpm. Nei giorni scorsi Banco Bpm ha detto di aver fatto gli “adeguati accantonamenti” per far fronte ai rischi legati a eventuali esiti negativi delle vertenze e di aver già risolto con numerosi clienti le controversie legate alla vendita dei diamanti.