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Foibe, la cerimonia a Basovizza. Salvini: bimbi nelle foibe e ad Auschwitz sono uguali

Cronaca
Documentazione fotografica fornita dall'Istituto per la storia del movimento di liberazione in Friuli Venezia Giulia (Ansa)

Il vicepremier alla commemorazione delle vittime vicino a Trieste: "Mi sono emozionato e commosso". Presente anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: “Chi nega è complice di quello che è accaduto”. Mattarella ringrazia Napolitano

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Si è svolta questa mattina la cerimonia solenne alla Foiba di Basovizza, sul carso triestino, in occasione del Giorno del ricordo, istituito nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe. Presenti alla celebrazione il vicepremier Matteo Salvini, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, e le autorità civili e militari. "I negazionisti sono stati sconfitti dalla storia”, ha detto il presidente Tajani. Il ministro dell'Interno, invece, ha paragonato ciò che successe in Friuli a quello che avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale: "I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali". E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha ricordato la tragedia affermando che "l'ideale europeo" va difeso "dalle insidie contemporanee", "ha telefonato al Presidente emerito Giorgio Napolitano che, come ieri è stato ricordato al Quirinale, ha tanto fatto per restituire alla memoria nazionale quei tragici eventi - si legge in una nota del Quirinale - Il Presidente Mattarella ha voluto, nell'occasione, esprimere al Presidente emerito grande apprezzamento per la sua presidenza, verso cui va la doverosa riconoscenza degli Italiani".

Salvini: "Non esistono martiri di serie A e vittime serie B"

Salvini ha poi spiegato che "non esistono martiri di serie A e vittime serie B" e che "non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri". "Chi nega, uccide due volte - ha scritto poi su Facebook - Oggi a Basovizza mi sono emozionato e commosso, durante la preghiera per i nostri connazionali Martiri delle foibe e nell'ascolto delle storie dei loro famigliari. Grazie, noi non dimentichiamo".

La celebrazione solenne

Alla commemorazione, prima della messa celebrata dall'arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo, hanno fatto il loro ingresso al monumento nazionale i Gonfaloni di Trieste e Muggia. Dopo la cerimonia dell'alzabandiera, sono state deposte corone commemorative davanti alla grande foiba per rendere onore ai martiri. Alla cerimonia sono presenti anche oltre quattrocento studenti provenienti da diversi istituti di Italia, che hanno aderito al progetto "Le tracce del Ricordo" ideato dal Comune e dalla Lega Nazionale di Trieste. Salvini ha deposto una corona di alloro in ricordo delle vittime e ha ricevuto l'applauso delle migliaia di persone presenti. "I negazionisti sono stati sconfitti dalla storia, chi nega è complice di quello che è accaduto. Ci sono migliaia di vittime innocenti, uccise perché italiane. Rendere onore ai caduti è parte della nostra civiltà", ha detto il presidente Tajani a margine della deposizione delle corone d'alloro. "Purtroppo - ha aggiunto - queste vittime per molti anni sono state dimenticate. La patria per la quale sono morti non ha fatto il suo dovere. Ora dal 2004 le cose sono cambiate. E questo deve essere un messaggio per il futuro, affinché non accada mai più quello che ha ferito il Friuli-Venezia Giulia, i dalmati, gli istriani. Che questo sia un monito".

Casellati: “Lungo oblio su verità storica è pagina nera”

Anche il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha dedicato un pensiero al negazionismo delle foibe: "Il tentativo di far cadere per anni nell'oblio la tragedia delle foibe e dell'esodo di istriani, giuliani, fiumani e dalmati italiani, è una pagina nera della nostra storia politica e della storiografia. La verità storica non può essere nascosta, è più forte di qualsiasi ideologia, di qualsiasi negazionismo". "Non dimenticare tragedie come queste è un imperativo per ogni democrazia che si rispetti”, ha concluso Casellati. “Affinché esse non si ripetano è doveroso tramandare alle future generazioni tutte le pagine della storia nazionale, anche le più difficili, le più tristi, le più inspiegabili".