Cesare Battisti, nel carcere di Oristano l’85% dei detenuti è in regime di alta sicurezza

Cronaca

Nella casa circondariale “Salvatore Soro”, nella quale è stato portato l’ex terrorista Cesare Battisti, ci sono problemi di sovraffollamento e organico insufficiente. La struttura ha una capienza di 260 persone, numero che viene spesso superato

Nel carcere di Oristano, circa l’85% dei detenuti è in regime di alta sicurezza e nella struttura ci sarebbero problemi di sovraffollamento e organico insufficente. La casa circondariale "Salvatore Soro”, nella quale ieri è stato portato l'ex terrorista Cesare Battisti (CHI ÈFOTO - COM'È STATO PRESO), ha una capienza di 260 persone, ma il numero viene spesso superato. Il penitenziario è organizzato in 6 sezioni, di cui cinque destinate esclusivamente ai detenuti in regime di alta sicurezza e una sola per detenuti comuni.

Inaugurata nel 2012

La struttura, realizzata nella frazione di Massama in aperta campagna, a poche centinaia di metri dalle case della frazione del paese, in sostituzione della vecchio carcere di Oristano, è stata inaugurata nel 2012, ma presto ha evidenziato diversi problemi strutturali mai interamente risolti. Più volte, le organizzazioni sindacali del personale hanno denunciato un organico non sufficiente composto da un direttore, che deve occuparsi anche della Colonia penale di Is Arenas, un comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria, sei ispettori, quattro sovrintendenti e 136 agenti. La popolazione carceraria, invece, è composta, in gran parte, da italiani con condanne lunghe, ma non ci sono detenuti col 41bis nè collaboratori di giustizia. La prevalenza di persone in regime di alta sicurezza è stata segnalata come criticità da Antigone, l'Osservatorio per i diritti e le garanzie nel sistema penale.

"Scarse attività da svolgere"

L’osservatorio ha spiegato che la situazione del carcere di Massama "ha comportato una sostanziale riduzione delle attività trattamentali. L'organizzazione e la quotidianità nell'istituto prevedono uno svolgimento della giornata essenzialmente nelle sezioni detentive e sono predisposte scarse attività da svolgere. Questa penuria ha comportato nel corso del 2016 diverse proteste dei detenuti, nonché una visita del Garante nazionale, che ha individuato una serie di problematiche e delle indicazioni per la direzione”.

Sciopero della fame nel 2016

Le proteste del 2016 erano culminate in uno sciopero della fame durato oltre venti giorni, al quale aderirono 35 reclusi dell'alta sicurezza. I detenuti lamentavano il sovraffollamento e le difficoltà per gli incontri con i familiari e il magistrato di sorveglianza.

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