Circoncisione in Italia, operati 5mila bambini stranieri all’anno: 35% interventi illegali

Cronaca
(Getty Images)

La pratica effettuata in modo clandestino espone i piccoli ad alti rischi. Il costo elevato, le restrizioni legate all’età e lo status di irregolari sono tra i motivi che alimentano il ricorso al mercato parallelo

Tra i 4mila e i 5mila bambini stranieri ogni anno in Italia vengono sottoposti alla circoncisione, per motivi culturali, religiosi o igienici. Di questi, tra i 1.400 e i 1.750, pari al 35%, subiscono la pratica in modo clandestino, spesso non da parte di medici, con il rischio concreto di infezioni ed emorragie che alcune volte possono diventare letali per i piccoli. Prima del caso di Monterotondo, dove un bimbo di due anni è morto e il suo gemello è ricoverato in gravi condizioni, a Torino, nel 2016, morì un bambino e, prima ancora, ci furono altre vittime a Treviso e Bari. I dati dei bimbi circoncisi raddoppiano, arrivando a 9mila/10mila bambini l'anno, se si considerano quelli che, pur vivendo in Italia, durante le festività - soprattutto musulmane - vengono sottoposti alla pratica nei Paesi d'origine.

I fattori che alimentano il mercato clandestino

Chi si rivolge a strutture private per praticare la circoncisione può arrivare a pagare anche 4mila euro. In alcune regioni come il Lazio e il Veneto, le famiglie possono ricorrere al servizio sanitario per effettuare la pratica, con una spesa che varia dai 250 ai 400 euro, mentre in Toscana c’è un regime di convenzione. Ma i costi possono essere comunque troppi alti per chi vive in situazioni di indigenza. Ad alimentare il mercato clandestino sono anche i molti irregolari che non possono rivolgersi a strutture autorizzate. Un altro aspetto favorisce poi la clandestinità: nel Lazio, ad esempio, alcune strutture pubbliche sottopongono alla circoncisione soltanto i bambini che hanno compiuto i 4 anni. Altre, come il poliambulatorio di Civitavecchia, operano solamente dai 12 anni in su, soprattutto per questioni legate all'anestesia. "Ma il 99% dei genitori chiede di poterlo fare quando il bambino ha pochi mesi di vita", spiega Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) che da anni si batte contro quelle che vengono definite "cure fai da te". Aodi lancia un appello al ministero della Salute "perchè autorizzi la circoncisione nelle strutture sanitarie pubbliche e private a livello nazionale con prezzi accessibili" e anche "perché si abbassi l'età" in cui si possa eseguire la pratica. Nei Paesi d'origine la circoncisione, che non viene praticata dai medici, costa pochissimo, spesso basta un'offerta e in alcune zone rappresenta una festa, come il battesimo per i cattolici, a cui tutta la famiglia partecipa. Il maggior numero di richieste vengono dall'Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Sardegna.

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