3mila imprese e 12 associazioni alle Ogr per sollecitare rilancio grandi opere. Leader di Confindustria: "Infrastrutture includono". E chiede al premier di convincere i suoi vice a evitare procedura d'infrazione. Di Maio: "Ascolteremo gruppo a favore tratta"
"Se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi al limite”. Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha introdotto la manifestazione per la Tav, a cui hanno partecipato circa tremila imprenditori e dodici associazioni d’impresa arrivati da tutta Italia alle Ogr, le ex Grandi Officine Riparazioni di Torino, per sollecitare il rilancio delle infrastrutture a partire dalla linea ad alta velocità Torino-Lione. Le dodici associazioni d'impresa presenti alle Ogr complessivamente rappresentano 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del Pil, ha affermato Boccia. All’incontro hanno partecipato i presidenti nazionali di Confindustria, Casartigiani, Ance, Confapi, Confesercenti, Confagricoltura, Legacoop, Confartigianato, Confcooperative, Confcommercio, Cna e Agci. In serata è arrivata la risposta di Di Maio: "Noi ascoltiamo tutti, dopodomani ascolteremo con il presidente Conte e il ministro Toninelli, il gruppo che è sceso in piazza per la Tav". Il movimento No Tav però attacca: "Ben poco attivismo imprenditoriale si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40% o le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti. L'alzata di scudi c'è solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici”. A chiusura della manifestazione, Boccia ha parlato anche della manovra economica, invitando Conte a "convincere i vicepremier" oppure a dimettersi.
Le parole rivolte a Conte, Di Maio e Salvini
Sulla manovra, Boccia ha detto: "Se fossi in Conte convocherei i due vice premier e gli chiederei di togliere due miliardi per uno visto che per evitare la procedura d'infrazione bastano 4 miliardi. Se qualcuno rifiutasse mi dimetterei e denuncerei all'opinione pubblica chi non vuole arretrare". "Una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread", ha aggiunto il leader di Confindustria.
Boccia: "Sì a Tav perché infrastrutture includono"
Prima, durante la manifestazione, Boccia aveva chiarito che "siamo qui per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perché. La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici”. Il presidente di Confindustria ribadisce il suo “chiaro sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un'idea di società, includono, sono un'idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest”. Boccia afferma che dalla manifestazione di oggi arrivano “proposte di politica economica per evitare danni al Paese”. Per il presidente di Confindustria l’incontro alle Ogr delle associazioni di impresa “è un segnale importante che si vuole dare al governo. Si parte dalla Tav, si pone la questione infrastrutture in senso largo, grandi e piccole, e si pone un auspicio che è quello di attenzione alla crescita”, afferma Boccia. "Il messaggio di oggi è un richiamo alla politica e al governo da parte dei corpi intermedi dello Stato: avere il senso del limite", conclude.
I No Tav: "Imprenditori difendono solo una ricca commessa"
Il movimento No Tav, da parte sua, risponde consigliando “agli imprenditori delle Ogr di trovare invece il modo di fare impresa con i soldi pubblici, di rendersi conto del mondo in cui viviamo, e capiranno che la priorità non sarà mandare merci a Lione a tutta velocità, ma muoversi in maniera intelligente e pulita". Per il movimento contrario alla realizzazione dell'opera, a fronte "di dati che annunciano già una nuova grande recessione, ciò che risulta sempre più evidente è che siamo davanti al canto del cigno di una classe industriale capace in questi anni di fare impresa solo con le casse dello stato”. I No Tav suggeriscono quindi di "fare due conti, visto che a Torino e in 11 comuni della provincia e in tutte le regioni della pianura Padana scatterà il blocco del traffico a causa dell'inquinamento da polveri Pm10, che soffoca una vasta area del Paese con relativi effetti sulla salute". Sottolineando infine che "mentre in 20 anni Lione ha messo in servizio 30 km di metropolitana, Torino ne ha solo 13 km", il movimento No Tav concluide evidenziando che "con i soldi di 10 km di Tav se ne fanno 16 km di nuova metro".