Rigopiano, informativa dei carabinieri: Comune sapeva di hotel isolato: stessero al caldo

Cronaca
Foto Archivio Ansa

Secondo un’informativa dei carabinieri, era noto lo stato in cui si trovava l’albergo, travolto da una valanga in cui morirono 29 persone. Emerge anche una telefonata “scomparsa”: una delle vittime aveva chiesto soccorsi, ma fu ignorata

A tre giorni dalla chiusura delle indagini da parte della procura di Pescara, continuano a emergere novità sulla tragedia dell’hotel Rigopiano, nella quale morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse il resort nel gennaio 2017. Secondo un’informativa dei carabinieri forestali, il Comune di Farindola sapeva perfettamente le condizioni di isolamento dell’albergo. È quanto emerge da un sms inviato da Giuly Damiani al fidanzato Gabriele D’Angelo, cameriere del resort fra le vittime di Rigopiano. La donna nel messaggio riferisce di una conversazione con Enrico Colangeli, del Centro operativo comunale di Farindola: "Mi hanno detto che la turbina se tutto va bene dovrebbe partire questa sera, ma quasi sicuramente domani. Che stessero tranquilli al caldo, tanto lassù hanno tutto". Questa frase, scrivono i carabinieri, "dimostra chiaramente che lo stesso (Colangeli, ndr) era perfettamente a conoscenza dell'isolamento dell'Hotel Rigopiano ma che, a suo parere, non era una priorità risolvere tale emergenza". Giuly Damiani ha poi riferito agli inquirenti che "la situazione presso l'Hotel era diventata insostenibile in quanto non si riuscivano a tenere calmi tutti i clienti e che tutti, compreso il personale, volevano andare via" e che D'Angelo le "chiese di rivolgersi al Comune di Farindola e chiedere aiuto".

La telefonata fantasma: la richiesta di soccorsi ignorata

Intanto nelle carte dell’indagine spunta anche una telefonata fantasma, fino a questo momento ignota. Lo rivela Repubblica: si tratterebbe di una chiamata alla prefettura di Pescara partita dall'albergo alle ore 11.38 della mattina del 18 gennaio 2017, cinque ore prima della valanga, e che è scomparsa dalle carte che la stessa prefettura consegnò agli inquirenti dopo la tragedia. La chiamata è stata rintracciata quasi per caso dai carabinieri forestali nel tabulato telefonico del cellulare di D'Angelo, che telefonò al centralino della prefettura alle 11.38. La conversazione durò circa 220 secondi. D'Angelo segnalava che al Rigopiano c'erano 45 ospiti bloccati (in realtà erano 40) e che dunque serviva urgentemente una turbina sgombraneve per evacuare la struttura. Ma nessuno, in prefettura, si fece carico della richiesta. 

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