Tap, perquisizioni nelle sedi: sequestrata la documentazione ambientale. Tre indagati

Cronaca
Una manifestazione contro la realizzazione del gasdotto Tap (archivio Ansa)

Carabinieri a Melendugno sulla cui costa è previsto l’approdo del gasdotto proveniente dall’Azerbaigian. Verifiche anche a Roma, Lecce e nel Padovano nel centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini sulle acque

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, insieme ai colleghi dello stesso nucleo di Roma e Milano e del comando provinciale della città pugliese, hanno perquisito e operato sequestri ieri nelle sedi legali, operative, uffici e cantieri della Tap, la società Trans Adriatic Pipeline Spa. L'inchiesta condotta dalla Procura di Lecce che ha portato all'emissione dei provvedimenti di sequestro riguarda il presunto inquinamento da metalli della falda acquifera e dei pozzi del cantiere San Basilio. Perquisizioni sono state effettuate a Melendugno, sulla cui costa è previsto l'approdo del gasdotto proveniente dall'Azerbaigian, a Roma e a Lecce (TAP, COSA E'). A Villafranca Padovana, in provincia di Padova, carabinieri hanno setacciato la sede del laboratorio di analisi Sgs Italia Spa che è il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali su vari cantieri dell’opera, in particolare sulle acque. Nell’ambito del procedimento penale sulla realizzazione del gasdotto per il quale risultano indagate tre  persone.

Il cantiere di San Basilio bloccato dal Tar

La parte del cantiere che si trova a San Basilio è attualmente bloccata da due ordinanze del sindaco di Melendugno, Marco Potì, che vietano l'emungimento delle acque e i lavori. Proprio due giorni fa il Tar Lazio aveva esaminato il ricorso di Tap per ottenere la revoca delle ordinanze, chiedendo all'Arpa Puglia di mettere a disposizione i risultati delle analisi sulle acque e rinviando la discussione al 5 dicembre. In tutte le sedi è stata acquisita documentazione cartacea e informatica, di rapporti di prova e analisi effettuate da novembre 2017 ad oggi. L'ipotesi al vaglio è che i lavori nel cantiere di San Basilio abbiano provocato l'aumento della concentrazione di alcuni metalli nelle acque, tra cui il cromo esavalente.

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