Diesel Euro 3, dal 2019 divieto di circolazione anche a Roma
CronacaIl 1 ottobre 2018 il blocco delle vetture Euro 3 è entrato in vigore in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (ampliato alle Euro 4). Il Piemonte lo rimanda di una settimana. Nella Capitale ipotesi stop il prossimo anno
Il Nord Italia spegne i vecchi diesel. E Roma potrebbe fare lo stesso nel 2019. Parte oggi, primo ottobre, il pacchetto "anti-smog". Emilia Romagna, Lombardia e Veneto hanno iniziato a limitare la circolazione dei diesel più inquinanti. In Piemonte i divieti slittano di una settimana, dopo la decisione della Regione di inserire delle deroghe per esentare alcune categorie, tra cui gli ambulanti, gli artigiani e chi vive o lavora in una zona non servita dai mezzi pubblici.
Blocco a Roma nel 2019
Lo stop agli Euro 3 potrebbe presto arrivare anche a Roma. Lo ha annunciato l'assessore alla Mobilità Linda Meleo in occasione di una conferenza sulla sharing mobility. "Stiamo lavorando su un provvedimento che dia tempo alla città di adeguarsi al divieto che dovremo inserire di qui a breve. Immaginiamo di introdurre questa misura il prossimo anno". Il divieto verrà introdotto "quando avremo potenziato alcuni progetti sul trasporto pubblico locale e forme alternative di mobilità. Stiamo pensando a compensazioni e agevolazioni per l'acquisto di abbonamenti. Daremo tutto il tempo per abituarsi e sostituire la propria auto ai cittadini romani in possesso degli euro 3", ha chiarito l'assessore. Che interpellata sulle zone interessate ha risposto: "Stiamo definendo il perimetro" dei divieti che "potrebbe coincidere con l'anello ferroviario".
Le auto coinvolte
Il piano, firmato nel giugno del 2017, prevede lo stop, dal lunedì al venerdì e dalle 8.30 fino alle 18.30, per le auto e i veicoli commerciali diesel fino a Euro 3. Sono grosso modo quelle immatricolate tra il 2001 e il 2005. Nell'Emilia Romagna, invece, il blocco è esteso fino a Euro 4, lo standard anti-inquinamento che è stato in vigore dal 2006 fino al 2010. Di quanti mezzi si tratta? Il Sole 24 Ore stima che sarebbero coinvolte 1,1 milioni di automobili.
Le altre misure
Il piano anti-smog non si ferma solo al tipo di auto. Nel pacchetto ci sono anche domeniche ecologiche "fisse". Il blocco del traffico non sarà una tantum ma seguirà un calendario definito. Si parte il 7 ottobre e poi il 4 novembre. Resta, comunque, la possibilità di adottare misure d'emergenza, nei casi in cui i livelli di smog superino la soglia di guardia. Se lo sforamento dei limiti viene superato per almeno 4 giorni consecutivi, scatteranno il divieto di sosta con motore acceso, l'abbassamento del riscaldamento domestico a un massimo di 19 gradi (fatta eccezione per scuole e ospedali) e il divieto di uso di biomasse poco efficienti per il riscaldamento della casa. Il secondo livello prevede ulteriori paletti alle biomasse, con controlli intensificati e sanzioni fino a 500 euro.
I limiti del piano
Le limitazioni alla circolazione sono nate per tentare di controllare una situazione che è stata già sanzionata dalla Ue. Tuttavia trova una possibile zavorra nella frammentazione delle regole. La loro adozione fa capo, oltre che ai "Piani integrati regionali'", anche alle amministrazioni comunali delle località coinvolte (quelle con più di 30mila abitanti) che dovrebbero aver predisposto le delibere attuative. In alcuni casi, però, i documenti ufficiali che darebbero il via al blocco non sono stati ancora pubblicati. Mancano regole comuni. Non a caso oggi gli assessori delle Regioni coinvolte hanno assicurato che entro il 2020 l'obiettivo è armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone.
Legambiente: puntare sulla mobilità green
Nel giorno in cui entra in vigore il blocco anti-smog, Legambiente ha lanciato una sfida al governo. E chiede di puntare su una "green mobility innovativa, sostenibile, alternativa, connessa, condivisa, multimodale, elettrica". Solo così si potrà "ridurre l'inquinamento e rendere le città più vivibili e libere dalle auto". Legambiente propone di orientare le tasse sui trasporti in misura proporzionale all'inquinamento e allo spreco, facendo valere il principio "tanto inquino tanto pago", incentivando così la mobilità sostenibile. Tra le proposte dell'organizzazione ambientalista c'è anche l'introduzione di voucher di mille euro spendibili in abbonamenti di trasporto pubblico, noleggi e e-bike per chi rottama la vecchia auto. E l'incentivo sino a 6mila euro per acquisto di un'auto elettrica.