Piano anti-smog al Nord, stop ai diesel Euro 3 in 4 regioni

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

Da lunedì 1 ottobre entra in azione il pacchetto firmato da Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, che resterà in vigore fino al 31 marzo dell'anno prossimo. Il 7 ottobre e il 4 novembre domeniche "ecologiche", previste anche misure di emergenza

È pronto a partire il pacchetto “anti-smog” firmato dalle regioni del Nord Italia che si affacciano sulla Pianura Padana. Da lunedì, 1 ottobre, in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto inizieranno le limitazioni alla circolazione dei diesel più inquinanti per rimanere in vigore fino al 31 marzo dell'anno successivo. In Piemonte i divieti slittano di una settimana, dopo la decisione della Regione di inserire alcune deroghe per esentare dal divieto alcune categorie, tra cui gli ambulanti, gli artigiani e chi vive o lavora in una zona non servita dai mezzi pubblici. In particolare, nel piano firmato nel giugno del 2017 è previsto lo stop, dal lunedì al venerdì e dalle 8.30 fino alle 18.30, per le auto e i veicoli commerciali diesel fino a Euro 3 e, nell'Emilia Romagna, fino a Euro 4. Un numero ingente di mezzi, che il Sole 24 Ore stima in 1,1 milioni di automobili, che cambierà drasticamente la vita di tutti i giorni, con il rischio di complicazioni per chi si deve mettere alla guida.

Domeniche ecologiche fisse e misure di emergenza

Nel pacchetto ci sono anche domeniche ecologiche "fisse", la prima già il 7 ottobre e poi la successiva il 4 novembre. Ma sono previste anche misure d'emergenza, in base a due livelli di allerta: se lo sforamento dei limiti di smog viene superato per almeno quattro giorni consecutivi (le rilevazioni avvengono il lunedì e il giovedì) scatteranno il divieto di sosta con motore acceso, l'abbassamento del riscaldamento domestico a un massimo di 19 gradi (tranne scuole e ospedali) e il divieto di uso di biomasse poco efficienti per il riscaldamento della casa. Il secondo livello prevede ulteriori paletti alle biomasse, con controlli intensificati e sanzioni fino a 500 euro.

Mancano regole comuni sullo smog

Le limitazioni alla circolazione, nate per tentare di controllare una situazione che è stata già sanzionata dalla Ue, non sono uniformi in tutto il vasto territorio interessato e fanno capo, oltre che ai 'Piani integrati regionali' alle amministrazioni comunali delle località coinvolte, ovvero quelle con più di 30mila abitanti che dovrebbero aver predisposto le delibere attuative. Il condizionale è d'obbligo perché se si effettua una ricerca attraverso gli elenchi dei Comuni interessati, si scopre che in alcuni casi queste norme e queste modalità non sono state decise e pubblicati. "Il problema di questo provvedimento - dice l'ingegner Enrico De Vita editorialista esperto di tecnica e mobilità - è la mancanza di regole comuni, che dovrebbero essere stabilite da organi centrali, come il Cnr o le università e non da ciascuna amministrazione".

Obiettivo: armonizzazione norme entro il 2020

Non a caso gli assessori delle Regioni coinvolte hanno assicurato che "entro il 2020 l'obiettivo è armonizzare e rendere omogenee le norme e le misure applicate in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone". Ma il piano anti-smog non si ferma solo al parco auto: si tratta, spiegano ancora gli assessori, di "un'intesa al rialzo, con norme condivise, sfidanti e ambiziose, abbinata ad un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti", con bonus regionali ad hoc.

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