Jimmy Bennett: "Asia Argento mi ha violentato"

Cronaca

L’attore 22enne californiano conferma le accuse ad Asia Argento in tv, ospite di Non è l'Arena, la trasmissione di La7, condotta da Massimo Giletti. "Per me era come una mamma" dice. "Questa vicenda non danneggerà il movimento #MeToo"

"Sì, Asia Argento mi ha violentato, è stato un rapporto completo". Jimmy Bennett, l'attore 22enne che aveva detto di essere stato molestato sessualmente da Asia Argento quando era minorenne, ribadisce così le accuse all’attrice, ospite in tv di Non è l'Arena, la trasmissione di La7, condotta da Massimo Giletti. "Asia? La chiamavo mamma", ha detto l’attore e musicista rock californiano. Sul set di Ingannevole è il cuore più di ogni cosa (film del 2004 diretto da Asia Argento, ndr), “Asia era come una seconda mamma, questo è il sentimento che ci ha legato dal primo giorno. Il nostro rapporto è sempre stato molto ravvicinato. Il legame tra me e lei era speciale. Asia era molto concentrata sul film e voleva incarnare il rapporto madre e figlio in modo che fosse più realistico possibile, ma sembrava andasse oltre l'aspetto professionale". Dopo il film del 2004, i due non si sarebbero più incontrati di persona, ma si sarebbero sentiti solo via sms e via mail. “L'ho tenuta aggiornata sulla mia attività e lei si sentiva anche con mia mamma", sostiene Bennet.

"Asia mi ha proposto l'incontro via Twitter"

Successivamente sarebbe stata Asia, nel 2013, “a propormi l'incontro via Twitter” e lui ha accettato. “Ricordo però che mi sentivo un po' strano. Asia continuava a inviarmi delle foto e dei bigliettini che scriveva nella sua stanza di hotel. Per me c'è sempre stata una barriera culturale, non sapevo se il suo atteggiamento fosse una maniera di mostrare affetto e quindi non sapevo cosa aspettarmi”. Poi il 22enne ha raccontato l’incontro che risale a 5 anni fa. "Ci siamo visti al Ritz Carlton, a Marina del Rey, in California", racconta Bennett. "Ero con un accompagnatore che è salito fino alla stanza dell'albergo. Asia era entusiasta e mi guardava dritta negli occhi, poi ha dato uno sguardo al mio accompagnatore e gli ha chiesto chi fosse. Lo ha fatto sempre sentire un intruso durante l'incontro e quindi il mio accompagnatore ci ha lasciati soli. Tutto poi è successo molto rapidamente - prosegue Bennet -. Asia mi ha offerto dello champagne e ha iniziato a fumare una sigaretta mentre mi raccontava del film che intendeva girare con me. Mi ha preso il viso e mi ha guardato e mi ha detto: 'Mi sei mancato tantissimo' e ha iniziato a baciarmi”. All’inizio Bennet spiega di aver frainteso il gesto. Di aver pensato a una dimostrazione di affetto. Ma, "il bacio si è prolungato e ho avuto l'impressione che non fosse un bacio amichevole ma che stesse cercando di esplorare la situazione. Dopo Asia – racconta ancora Bennett - ha appoggiato le mani sul mio corpo, mi ha spinto sul letto e mi ha slacciato i pantaloni".

"La mia storia non danneggia #MeToo"

Per l’attore californiano, questa vicenda non danneggerà il movimento #MeToo: “Abbiamo visto molte attrici che hanno denunciato le azioni malvagie di Weinstein. Il movimento di Asia punta il dito contro chi abusa del proprio potere. Io ho provato la stessa sensazione e credo che Asia abbia adottato lo stesso schema. E non credo che questa vicenda stia facendo un favore a Weinstein", sottolinea Bennett. “C'è una perfetta corrispondenza tra lo schema Asia e lo schema Weinstein", sostiene il 22enne" Anche Asia ha abusato del proprio potere. Mi ha incontrato in un hotel per dimostrarlo. Io avevo 17 anni e mai mi sarei aspettato una cosa del genere".

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