Guardia di finanza negli uffici dell’università e della società che nel 2016 fece lo studio sullo stato del viadotto. Gli investigatori, poi, starebbero valutando l’ipotesi che a dare il colpo di grazia alla struttura malconcia sia stato un mezzo che trasportava acciaio
Perquisizioni della guardia di finanza di Genova negli uffici del Politecnico di Milano e del Cesi, la società che nel 2016 ha fatto lo studio sullo stato del ponte Morandi, crollato il 14 agosto scorso provocando 43 vittime (IL RICORDO UN MESE DOPO). Le fiamme gialle hanno acquisito materiale cartaceo e informatico, ma anche le memorie dei telefonini e dei computer.
L’ipotesi: a dare il colpo di grazia forse un mezzo pesante
Intanto, mentre le indagini sul crollo proseguono, gli investigatori starebbero valutando anche l’ipotesi che a dare il colpo di grazia alla struttura malconcia del viadotto sia stato un autoarticolato. A riportare l’indiscrezione è il Corriere della Sera. Secondo il giornale, “a forza di osservare i video del disastro”, l’attenzione si sarebbe focalizzata su un mezzo in particolare: “il Fiat Stralis della Mcm autotrasporti di Novi Ligure, precipitato con gli altri nel baratro”. “Quella mattina –spiega il Corriere – stava portando un rotolo d’acciaio: 440 quintali, non molto inferiore al limite di legge che è di 462. Un tir in regola, dunque, ma il più pesante che stava attraversando il viadotto alle 11.36 del 14 agosto. Alla guida c’era Giancarlo Lorenzetto, 55 anni, uscito miracolosamente illeso dal crollo”.