Via libera ai cacciatori, anche se in molte regioni gli enti locali avevano approvato le pre-aperture già dal primo settembre. Come ogni anno, non mancano proteste, manifestazioni e ricorsi degli ambientalisti, che denunciano: “Abusi e forzature filo-venatorie”
Oggi, domenica 16 settembre, comincia ufficialmente in Italia la stagione della caccia. In molte regioni, in realtà, è già partita il primo settembre, con le pre-aperture decise dagli enti locali. Come ogni anno, non mancano le polemiche. Mentre i cacciatori sono pronti a sparare a pallini e pallettoni, infatti, gli animalisti rispondono con manifestazioni e ricorsi ai Tar. Le proteste riguardano soprattutto gli anticipi della stagione e le autorizzazioni ad abbattere specie a rischio.
La manifestazione a Firenze: “Basta sparare”
Ieri le ong anti-caccia si sono ritrovate in piazza Indipendenza a Firenze, per una manifestazione nazionale in cui hanno chiesto la messa al bando delle doppiette. “Basta sparare”, è stata la parola d’ordine della protesta. Secondo la Lav - che ha depositato in Parlamento oltre 50mila firme per la petizione che chiede l'abolizione della caccia e sta lavorando a una proposta di legge - ogni anno in Italia la caccia “uccide quasi mezzo miliardo di animali. Come se non bastasse, le armi da caccia e i cacciatori ogni stagione uccidono anche decine di persone”.
La denuncia: “Abusi e forzature filo-venatorie”
La Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che riunisce una sessantina di organizzazioni protezionistiche (tra cui Enpa, Lav, Oipa, Lndc e Leidaa), ha diffuso un comunicato in cui accusa: “Anche questa stagione di caccia, dopo le pre-aperture in quasi tutte le regioni, prende avvio come al solito tra abusi e forzature filo-venatorie praticamente sull'intero territorio nazionale, calpestando morale, scienza e giurisprudenza, con deroghe adottate all'ultimo momento o ancora in assenza di piani faunistici venatori”. “Le Regioni continuano a emanare calendari palesemente illegittimi – ha rincarato la dose Andrea Brutti dell'Enpa –, che violano consapevolmente sentenze di Tar e di Consiglio di Stato, che ignorano i pareri dell'Ispra e che concedono sempre più possibilità di sparo. Persino alle specie il cui stato di conservazione è negativo”.
I ricorsi
In Sardegna, intanto, le ong sono riuscite a far sospendere il calendario venatorio che rendeva cacciabile la lepre sarda. In Toscana Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf sono ricorsi al Tar contro la delibera regionale che amplia i periodi di caccia e il numero di specie cacciabili rispetto alle raccomandazioni dell'Ispra (il centro studi del ministero dell'Ambiente). La Lipu ha già avviato ricorsi a Tar e Ue contro le proposte di legge della Lombardia per l'uso di richiami vivi e l'autorizzazione a sparare a specie non cacciabili come peppole e fringuelli. Richiami vivi che, per la stagione venatoria 2018-2019, potranno essere utilizzati in Veneto. La Regione, infatti, ha fatto sapere che la Commissione europea e il ministero della Salute, data la situazione epidemiologica relativa all'influenza aviaria, hanno autorizzato l’uso per i cacciatori di “anatidi”, cioè oche e anatre.
L’appello al governo
“Se vuole davvero il cambiamento, questo governo fermi la deriva delle Regioni ‘sparatutto’, dove le doppiette, nonostante il nettissimo calo numerico, la fanno ancora e sempre da padrone”, è stato l’appello della Federazione delle ong animaliste. Che ha aggiunto: “Inflessibile dev'essere la difesa della fauna selvatica, con immediati ricorsi contro le deroghe volute dalle Regioni, secondo la linea delle impugnazioni positivamente seguita nel caso delle leggi delle Province autonome di Trento e Bolzano che autorizzavano la cattura e l'abbattimento di lupi ed orsi”.