Sentenza Mafia Capitale, 14 anni a Carminati, 18 a Buzzi

Cronaca
Massimo Carminati e Salvatore Buzzi

La Terza Corte d'Appello di Roma ha ridotto le condanne di primo grado, ma riconosciuto l'associazione mafiosa. Per il ras delle cooperative si passa dai 19 anni ai 18 e 4 mesi, per l'ex terrorista da 20 a 14 e mezzo

Sconto di pena in Appello per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Ma i giudici riconoscono l'aggravante di associazione mafiosa (articolo 416 bis), che era stata esclusa nella sentenza del 2017. Nell'ambito del processo di Mafia Capitale sul cosiddetto Mondo di Mezzo, la Corte ha condannato l'ex Nar a 14 e 6 mesi (erano 20 in primo grado) e il presidente della cooperativa a 18 anni e 4 mesi (erano 19). Al momento della lettura della sentenza era presente in aula anche il sindaco di Roma Virginia Raggi.  (LA STORIA DEL MONDO DI MEZZO)

Raggi: "Conferma la devastazione di Roma"

"La Corte d'Appello ha deciso che l'associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso -  spiega il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini - Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata".  Concorda ila sindaca di Roma, Virginia Raggi, secondo la quale "questa sentenza conferma la gravità di come il sodalizio tra imprenditoria criminale e una parte della politica corrotta abbia devastato Roma. Conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che bisogna tenere la barra dritta sulla legalità. È quello che stiamo facendo e continueremo a fare per questa città e i cittadini".

L’inizio di Mafia Capitale

È il 2 dicembre 2014 quando 37 persone vengono arrestate (28 in carcere e 9 ai domiciliari) e scattano decine di perquisizioni 'eccellenti', tra cui anche quella nei confronti dell'ex sindaco Gianni Alemann. La Procura ritiene che negli ultimi anni, nella capitale così come nel Lazio, abbia agito un'associazione di stampo mafioso che ha fatto affari - leciti e non - con imprenditori collusi e con la complicità di dirigenti di municipalizzate ed esponenti politici. Lo scopo: avere il controllo delle attività economiche e la conquista degli appalti pubblici. I reati vanno dall’estorsione, alla corruzione, fino all’usura, al riciclaggio, alla turbativa d'asta e al trasferimento fraudolento di valori. A guidare questa organizzazione, secondo gli inquirenti, sono il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi e l'ex terrorista di destra, Massimo Carminati. Proprio l’ex Nar avrebbe impartito "le direttive agli altri partecipi" e avrebbe fornito loro schede dedicate "per comunicazioni riservate". Avrebbe anche mantenuto i rapporti "con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali, con pezzi della politica e del mondo istituzionale, finanziario e con appartenenti alle forze dell'ordine e ai servizi segreti".

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