Roma, crolla tetto chiesa San Giuseppe dei Falegnami. Il video
CronacaL'edificio si trova in pieno centro storico, ai Fori, ed era chiuso. Tre quarti del tetto hanno ceduto. Nessun danno invece al carcere Mamertino, come si era inizialmente ipotizzato
A Roma è crollato parte del tetto della chiesa romana di San Giuseppe dei Falegnami, al foro romano, in pieno centro storico. L'edifico era chiuso e non si registrano feriti. "Alcuni frammenti del soffitto hanno colpito una parte dell'altare" hanno spiegato i vigili del fuoco. Il crollo è stato segnalato pochi minuti prima delle 15. Sul posto i carabinieri del Comando Piazza Venezia, vigili del fuoco e 118. "È stato un crollo grave e inaspettato" ha detto il soprintendente archeologico di Roma Francesco Prosperetti che ha stimato danni per 1 milione di euro. A Prosperetti ha fatto l'ufficio Tecnico del Vicariato: "Il crollo è avvenuto improvvisamente e in modo del tutto imprevedibile, senza alcun segno
premonitore".
Spostati i matrimoni in programma per settembre
La chiesa di solito è aperta solo per i matrimoni e per il prossimo fine settimana erano previste delle cerimonie. "Abbiamo già avvisato le coppie - spiega il vescovo ausiliare della diocesi di Roma, monsignor Daniele Libanori, che abita accanto alla chiesa - I matrimoni si svolgeranno alla chiesa di S. Marco, vicino a Piazza Venezia".
Il crollo e la storia della chiesa
Dopo il crollo, una gru dei vigili del fuoco ha eliminato alcune parti pericolanti. Sono visibili le travi in legno che sono rimaste in piedi. L'interno, sotto la parte crollata, è completamente invaso da calcinacci e grosse travi in legno spezzate. L'edificio, che sorge vicina al Campidoglio, fu costruito tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600.
Danni al soffitto del '600
La direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, precisa anche che la struttura ”è di proprietà del Vicariato. La tutela è di competenza della soprintendenza archeologica del Mibac". "Il crollo del tetto ha travolto il bel soffitto ligneo cassettonato, che era del '600", spiega Russo, giunta sul posto insieme al soprintendente archeologico Mibac Francesco Prosperetti. "Il crollo ha risparmiato la tela del 1650 di Carlo Maratta che si trovava sulla parete della chiesa - ha spiegato Prosperetti - È il dipinto di maggior pregio che si trovava all'interno della chiesa". La tela verrà ora ospitata dal Vicariato nella sede di San Giovanni in Laterano.
Sovrintendente: "Cedimento strutturale"
Prosperetti, inoltre, ha parlato di alcuni lavori che avevano interessato la facciata della chiesa e dei controlli, effettuati dopo il terremoto di Amatrice, che non avevano segnalato danni nella chiesa. "Probabilmente per il pregevole soffitto a cassettoni non si sono potute esaminare le capriate", ha aggiunto. Secondo il sovrintendente, infatti, "si è trattato di un improvviso cedimento strutturale: la capriata non ha retto e ha buttato giù tutto il tetto". Ora la struttura dovrà essere protetta da una copertura provvisoria. "Dovrebbe occuparsene il Vicariato che è competente - ha detto Prosperetti - ma stiamo tutti lavorando in sinergia e se ci sarà bisogno di aiuto noi siamo disponibili".
La procura aprirà un'indagine
La Procura di Roma, in attesa di una prima informativa dei vigili del fuoco in relazione al cedimento del tetto, aprirà formalmente un fascicolo di indagine. Ancora da valutare l'ipotesi di reato anche se non si esclude possa essere quello di crollo colposo.
Nessun danno al vicino carcere Mamertino
Inizialmente si era parlato di danni anche nel carcere Mamertino - il più antico di Roma - che si trova sotto alla chiesa ed è sotto la tutela del parco del Colosseo. Notizia poi smentita dal sovraintendente Prosperetti, che ha spiegato che tra la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e il carcere c'è la Cappella del Crocifisso. "È questa ad essere stata danneggiata - ha precisato - ma non ha alcuna rilevanza". Il carcere Mamertino è la struttura dove, nella Roma antica, venivano reclusi i prigionieri illustri e proprio per questo si trova vicino alla Via Sacra nel Foro. L'agiografia cristiana vuole che vi fossero reclusi in epoca neroniana anche gli apostoli Pietro e Paolo.