Migranti, nave Diciotti con 177 persone ferma al largo di Lampedusa
CronacaL’imbarcazione della Guardia Costiera, che ha soccorso un barcone in avaria due notti fa in acque Sar maltesi, è in attesa dell’indicazione su un porto sicuro dove attraccare, in balìa di un braccio di ferro tra Italia e Malta. Ue: “Pronti a dare sostegno”
È ancora ferma al largo di Lampedusa la nave Diciotti della Guardia Costiera con a bordo 177 dei 190 migranti soccorsi e salvati due notti fa mentre si trovavano su un barcone in avaria in acque Sar maltesi (sette di loro, bisognosi di cure, sono stati subito portati a terra insieme a sei familiari). Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, non è ancora stato indicato alcun porto sicuro dove l’imbarcazione possa approdare. Intanto, l’Unione europea si è detta "pronta a dare un sostegno" all'Italia mentre il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato che la Guardia Costiera ha agito senza avvertire il ministero.
Lo scontro tra Italia e Malta
La nave Diciotti si trova al centro di un nuovo braccio di ferro tra Roma e La Valletta. La nostra Guardia costiera assicura di essere intervenuta perché il barcone carico di migranti aveva un motore in avaria e stava imbarcando acqua mentre Malta, presente nella zona dell'intervento con due unità, nega la necessità del soccorso d'urgenza e la responsabilità di dover indicare il cosiddetto "place of safety". Inoltre, ieri sera, La Valletta ha dichiarato che "il porto più sicuro è Lampedusa" e che Roma "non ha appigli legali per chiedere" un porto maltese.
La posizione del Viminale
Sulla vicenda si innesta anche la posizione assunta dal ministero dell’Interno, perché il ministro Salvini ha dichiarato ieri che l'intervento di soccorso del barcone era stato condotto in prima battuta da Malta, in acque maltesi, che poi ha “accompagnato” il barcone verso le acque italiane dove è intervenuta la nave della Guardia costiera italiana. Quest'ultima, però, - ha detto il vicepremier - ha agito senza avvertire il ministero.
Il messaggio dell’Unione europea
Sulla vicenda della nave Diciotti è intervenuta anche l’Unione europea che, tramite la portavoce della Commissione per la Migrazione, Tove Ernst, ha dichiarato di seguire gli sviluppi "molto da vicino” e che al momento non ci sarebbero “contatti tra la Commissione e gli Stati membri" per un accordo sulla distribuzione dei migranti a bordo, intesa che, come in altri casi precedenti, permetterebbe di trovare un porto sicuro per lo sbarco. "Ma come in passato, siamo pronti, se c'è necessità, a fornire sostegno al coordinamento e prestare tutto il nostro peso diplomatico per soluzioni veloci", ha aggiunto la portavoce. Come già chiarito in precedenza, ha detto Ernst, "fino a quando non sarà trovata una soluzione sostenibile a lungo termine, siamo pronti a svolgere un ruolo di coordinamento per gli arrivi, nel mese di agosto, se c'è necessità, e se gli Stati membri desiderano che lo svolgiamo". Tuttavia Ernst ha poi ribadito che le operazioni di ricerca e salvataggio rientrano nell'ambito della legge internazionale e che la Commissione europea non ha competenza su questo né sull’individuazione del porto sicuro di sbarco.