L’equipe del reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali Civili è stata iscritta nel registro degli indagati per la morte del bimbo causata dal serratia marcescens, contratto in ospedale. Primario: ancora non abbiamo notifica. Eseguita l'autopsia in mattinata
Tutta l'equipe medica del reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali Civili di Brescia è stata iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo per la morte del neonato deceduto a causa del batterio serratia marcescens, contratto in ospedale. La decisione della Procura di Brescia è stata definita "un atto dovuto" per permettere ai medici indagati di poter nominare un proprio consulente durante l'autopsia sul corpo del bambino, nato prematuro a fine giugno. Il primario ha detto che "al momento a noi non è giunta la notizia di indagine. Ci è stato notificato l'avviso che sarà eseguita l'autopsia però non perché ci sono indagati. Per ora non mi risulta".
Il gemello è ancora ricoverato in ospedale
Per accelerare i tempi di restituzione della salma alla famiglia è stata eseguita in mattinata l'autopsia sul corpo del neonato, subito dopo che la Procura di Brescia ha conferito l'incarico ai medici. Nessun consulente della famiglia ha partecipato all'autopsia, che dovrebbe stabilire con esattezza le cause del decesso. Dopo la morte del neonato, avvenuta il 7 agosto, la Procura di Brescia aveva aperto un'inchiesta contro ignoti per fare piena luce sulla vicenda. Il professor Gaetano Chirico, primario del reparto di terapia intensiva neonatale dell'ospedale bresciano, ha spiegato: "Siamo alla ricerca del focolaio originario dell'infezione, ma non siamo certi di trovarlo. Si tratta di un batterio molto diffuso”. Al momento sono 6 i bambini ancora sotto osservazione agli Spedali civili, tra cui il fratello gemello del piccolo deceduto a causa del serratia marcescens. I pazienti restano sotto controllo e sono in fase di guarigione.