Cos'è la Sindone e qual è la sua storia

Cronaca

Custodita a Torino, è considerata secondo la tradizione cattolica il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù Cristo dopo la crocifissione. È storicamente al centro di dibattiti e controversie sulla sua autenticità, e resta una delle reliquie più visitate al mondo

La tradizione la identifica come il lenzuolo usato per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro, ma la storia della Sindone è segnata da tanti misteri, oltre che da continue controversie sull'autenticità della reliquia. L'ultima in ordine di tempo è quella sulle macchie di sangue presenti sul tessuto: secondo una nuova ricerca metà di esse sarebbero false e solo alcune sarebbero compatibili con la posizione di un uomo crocifisso, e altre non troverebbero giustificazione in nessuna posizione del corpo, né sulla croce né nel sepolcro. Ripercorriamo la storia della Sindone, custodita da quasi 500 anni nel Duomo di Torino, e le vicende legate alle controversie sulla sua autenticità.

Cos'è la Sindone

La Sindone è un lenzuolo di lino, di forma rettangolare e dimensioni di circa 442x113 cm, sul quale è impressa la doppia immagine “in negativo” del corpo di un uomo sottoposto a una serie di torture e infine crocifisso. La Sindone è custodita nel Duomo di Torino, all’interno di una teca a tenuta stagna e riempita con un gas inerte. Sul lenzuolo l’uomo è sdraiato, con le mani giunte in grembo, una sopra l’altra e i piedi affiancati. Sulla mano visibile è presente un segno, come di una ferita. Nella parte superiore e in quella inferiore l'immagine è segnata dalle tracce dell'incendio che si sviluppò nel 1532 nella cappella del castello di Chambery, dove era custodito il lenzuolo ripiegato in una cassetta d'argento. Un altro incendio nel Duomo di Torino nel 1997 minacciò la Sindone, che non venne danneggiata. Normalmente, la Sidone non si può vedere. Il telo si trova dentro la "teca per la conservazione", a sua volta rinchiusa in una grande cassa metallica. È possibile osservarla in pubblico solo quando viene estratta in occasione delle ostensioni pubbliche. La decisione su quando effettuare un'ostensione è a discrezione del Papa. Dal '900 a oggi è stata mostrata in totale nove volte: 1931, 1933, 1969, 1973 (la prima in diretta tv), 1978, 1998, 2000 (in occasione del Giubileo), 2010.

La storia della Sindone

Tutti gli storici ritengono documentata la storia della reliquia a partire dalla metà del 1300, data della sua apparizione. Sulla sua storia precedente e sulla sua antichità non c'è però accordo. Una prima datazione radiometrica effettuata con la tecnica del Carbonio 14 nel 1988 ha stabilito che la Sindone risale a una data compresa tra il 1260 e il 1390, compatibile con le prime testimonianze storiche. I sostenitori dell'autenticità della reliquia sostengono invece che i campioni utilizzati potevano anche provenire da parti rammendate dopo l'incendio del 1532. La Sindone fu ceduta ai Savoia nel 1453 dai discendenti del primo possessore noto in Europa, Geoffroy de Charny. I Savoia la custodirono inizialmente nella loro capitale di Chambery, dove rapidamente divenne reliquia dinastica e segno di legittimazione della dinastia. Per questa ragione, quando con Emanuele Filiberto il centro amministrativo e politico dello Stato savoiardo venne trasferito da Chambery a Torino, anche la Sindone venne trasferita nel 1578 nella nuova capitale. La Sindone rimase nelle mani della famiglia fino al 1983 quando ne fecero dono alla Chiesa in seguito alla morte di Umberto di Savoia, per volontà testamentaria di quest'ultimo. Attualmente il Custode pontificio della Sindone è l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

Il dibattito sull'autenticità

Uno dei più famosi progetti di ricerca scientifica sulla Sindone è stato lo Shroud of Turin Research Project (Sturp). Nel 1978 una prima serie di test preliminari portarono alla conclusione che la Sindone non era il frutto di una pittura. Si trattava, secondo i ricercatori, di un lenzuolo dentro al quale era stato avvolto un uomo che aveva effettivamente i segni corrispondenti a quelli che avrebbe avuto un corpo crocifisso. Nel 1988 venne effettuato il test con il Carbonio 14, che però venne contestato non solo da chi sosteneva che si trattasse del lenzuolo nel quale era stato avvolto il corpo di Gesù, ma anche da diversi studiosi. Secondo alcuni il frammento rimosso dalla Sindone per condurre il test non apparteneva al tessuto originario, ma a una delle riparazioni compiute in epoca medioevale. Altri hanno sostenuto che il test al carbonio 14 potrebbe essere stato fuorviato da vari fattori, come ad esempio i gas esalati dall’incendio del 1532 oppure dal fumo delle candele alle quali la Sindone si è spesso trovata esposta nella sua storia. Nel 2008, il professor John P. Jackson, che apparteneva al gruppo Sturp, pubblicò un articolo in cui criticava alcune di queste ipotesi. Il mistero che riguarda la Sindone, attualmente, sembra però essere il modo con il quale il disegno umano si è impresso sul tessuto, più che la data in cui è stato fabbricato.

La posizione della Chiesa

La Chiesa cattolica non ha mai riconosciuto come ufficialmente “miracolosa” la Sindone di Torino, e ha lasciato alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne ha autorizza il culto come reliquia o icona della Passione di Gesù. La posizione ufficiale in proposito è stata espressa in un discorso del 1998 da Giovanni Paolo II: "Non trattandosi di una materia di fede, la Chiesa non ha competenza specifica per pronunciarsi su tali questioni. Essa affida agli scienziati il compito di continuare ad indagare per giungere a trovare risposte adeguate agli interrogativi connessi con questo Lenzuolo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo del nostro Redentore quando fu deposto dalla croce".

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