Il giudice non ha concesso i domiciliari perché non sono mutate le esigenze cautelari rispetto all'ordinanza di custodia del 13 giugno scorso
Luca Parnasi (CHI E’) resta in carcere. Il costruttore, 41 anni, era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il gip Maria Paola Tomaselli oggi, 6 luglio, ha respinto l'istanza di scarcerazione avanzata dai difensori dopo l'interrogatorio, durato circa 11 ore, durante il quale l'imprenditore, detenuto a Rebibbia, avrebbe fatto ammissioni sulle dazioni di danaro ai partiti. La Procura aveva dato parere favorevole alla concessione dei domiciliari. Restano in carcere anche i manager del gruppo di Parnasi, Eurnova, Giulio Mangosi e Gian Luca Talone, anche loro arrestati per l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. I due sono stati interrogati martedì scorso e il gip ha respinto le istanze di scarcerazione dei loro legali.
Parnasi, il gip: non sono mutate le esigenze cautelari
La decisione del gip di non concedere gli arresti domiciliari sarebbe legata al fatto che per Parnasi non sono mutate le esigenze cautelari rispetto all'ordinanza di custodia cautelare del 13 giugno scorso. In sostanza, nel corso dell'interrogatorio il costruttore non avrebbe fornito elementi sufficienti a modificare la misura della detenzione in carcere.
Le accuse a Parnasi
Parnasi, costruttore di seconda generazione, è uno degli arrestati nell’ambito del procedimento giudiziario sul nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere in zona Tor di Valle. L’imprenditore, secondo la procura capitolina, è la figura centrale dell'inchiesta. In particolare, si ritiene che Parnasi foraggiasse i politici e i pubblici ufficiali con un metodo corruttivo, che gli inquirenti definiscono come "asset di impresa".